I sardi
GS Dichotomy (dove GS sta per
Genetically Structured) sono una band prog-metal attiva ormai da un paio d’anni. Tantissime ore in sala prove, ed una buona risposta a vari concorsi sonori hanno spinto i cinque a mettere in piedi un primo demo, ossia il qui presente “
Don’t Call me a Mad”, con il quale i GSD si presentano al grande pubblico per farsi conoscere.
Ben quaranta minuti di musica spalmati su sei tracce chiariscono perfettamente le coordinate sonore dei nostri: il prog-metal di riferimento è sicuramente quello di scuola Petrucci-Portnoy, in cui però i cambi di tempo ed atmosfera sono, se possibile, più marcati. La ricerca sonora di Gianfranco Salvio e soci, infatti, non si preclude alcuna direzione, sforando spesso dalla struttura-canzone, per seguire le inclinazioni strumentali e d’ispirazione che la musica suggerisce. C’è un po’ di tutto in questo dischetto: da “
Rise”, brano atmosferico scelto come apripista, alla lunga ed articolata “
Little Man”, da una “
Il Mare si chiede di me” cantata in italiano e carica di pathos (in cui la voce acuta e potente di Emidio riesce ad esprimersi al meglio a “
Words in the Wind”, che prosegue nel solco del prog-metal più moderno e tecnico.
La perizia agli strumenti di certo non manca, e anche le buone idee sembrano far capolino qua e là, in questo demo che mi sento di definire ‘promettente’; c’è ancora molto da curare sul lato della produzione e della personalità, ma quelle sono cose che, in una band valida, vengono con il tempo, l’esperienza, la maturità. In bocca al lupo.
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