Copertina 5

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2012
Durata:46 min.
Etichetta:Pure Steel Records

Tracklist

  1. AWAKENING
  2. DESTINATION PARADISE
  3. KILL THE KING
  4. WOULD YOU RELEASE ME
  5. FOLLOW ME
  6. IN SILENCE
  7. THE SEED OF DESTRUCTION
  8. CREATION
  9. HERO
  10. CIRCLE OF TWILIGHT

Line up

  • Stefan Entner: Guitars
  • Sandro Holzer: Guitars, Vocals
  • Roman Fischer: Keyboards, Programming
  • Rainer Fischer: Bass, backing vocals
  • Harald Vogl: Drums

Voto medio utenti

Tornano i tirolesi Desert Sin, ancora una volta accasati presso la Pure Steel Records. Questo loro secondo “Destination Paradise” conferma, purtroppo, tutto quanto già mostrato nel precedente “The Edge of Horizon”. Ci troviamo di fronte, infatti, ad un heavy metal di derivazione priestiana, ben suonato e prodotto discretamente, ma che non ha un briciolo di originalità, che non stuzzica, che piaciucchia ma che non esalta. Un album come ce ne potrebbero essere (e ce ne sono) altri centomila, che si ascolta facilmente ma che non lascia traccia nelle orecchie dopo poco. Le nove tracce (più intro acustica, come da cliché trio e ritrito) tendono a preferire il mid-tempo, preferendo puntare sulla potenza del riffing, ma sarà anche la voce di Sandro Holzer, potente e non altissima, o il fatto che “Destination Paradise” manca di riffs particolarmente ispirati, che l’album, alla lunga, tende a ‘sedersi’, portando l’ascoltatore a distrarsi facilmente. Fare un track-by-track, in dischi come questo, sarebbe un'impresa titanica, visto che i pezzi tendono a fondersi l'uno nell'altro. A parere di chi scrive dunque, disco evitabile, non brutto ma evitabile.
Recensione a cura di Pippo ′Sbranf′ Marino
Destination Flop

Destination Paradise sembra quasi canzonare l’ascoltatore portandolo su note che sembrano assestarsi solamente verso la fine con gli ultimi due brani (Hero, Circle of Twilight), altalenando poi su brani alle volte poco incisivi (In Silence) o scritti con una logica tutta propria che sembra venire da una dimensione parallela opposta alla nostra in cui il caos è bello. In conclusione gli austriaci Desert Sin non hanno ancora deciso cosa fare da grandi nonostante la stoffa ci sia tutta.

Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 04 mag 2012 alle 10:46

Non sono d'accordo con la parte relativa al ben suonato e prodotto discretamente. Nell'album si denota una confusione generale nella stragrande maggioranza dei brani con riff poco incisivi e privi di una coerenza musicale; e nemmeno con il genere secondo me più affine all'heavy power moderno.

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