Whiskey & Funeral - After The Chaos...Who’s Alive?

Copertina 7

Info

Anno di uscita:2011
Durata:33 min.

Tracklist

  1. ZOMBIE PRIEST
  2. OUT OF THE GRAVEYARD
  3. HOLY WHISKEY
  4. CANNIBAL MASS
  5. BLOOD HEROIN
  6. WHISKEY AND FUNERAL II
  7. SANTA CLAUS
  8. TERROR FROM THE SPACE
  9. THE LAST SIGH

Line up

  • Stefano Montagna: guitar, vocals
  • Francesco Andrei: bass
  • Maurizio Montagna: drums

Voto medio utenti

Quando si sceglie il nome per una band le possibilità sono praticamente infinite, limitate soltanto dalla fantasia degli interessati. Perciò parrebbe impossibile il verificarsi di casi di omonimia. Invece, ogni musicofilo sa che non è così. Anzi, perfino a grandi big è toccato rivedere il moniker adottato agli esordi, per non incorrere in problemi legali.

Si vede che rockers e metallers hanno la mente che talvolta lavora in simbiosi.

Credo che nel presente caso non si corra il rischio di rivolgersi agli avvocati, però mi risulta che due formazioni italiane condividano più o meno lo stesso nome. Per la precisione, esiste una piccola differenza: qui ci occupiamo dei romani Whiskey and Funeral, fautori di un grind/black metal, mentre i toscani Whiskey Funeral propongono un dirty rock alcoolico. Entrambi i gruppi hanno realizzato un lavoro nel corso dell’anno, quindi risultano pienamente attivi.
Quel “and” permette di distinguerli quanto basta, ma rimane una evidente somiglianza ed è corretto segnalarla.
Comunque, è sufficiente ascoltare una manciata di secondi del presente disco, per fugare ogni incertezza sui suoi autori. Infatti i W&F suonano un metal estremo che unisce gli schizofrenici ritmi grind, voci orchesche e mortifere, ed ancora qualche cenno delle gelide atmosfere scandi-black.
Avevo già recensito il primo lavoro del trio, risalente ad un paio d’anni fa, ed il seguito conferma pienamente la purezza del loro assalto feroce ed incontaminato. Sorretti da solida tecnica strumentale, i brani sono pieni di isterici slanci di velocità spezzacollo, ma sfruttano anche brevi passaggi più cadenzati che offrono micropause nella ferocia imperante.
Anche l’uso costante di due differenti voci, una cavernosa e l’altra demoniaca, contribuisce a fornire quelle piccole sfumature sonore che permettono ai fans del genere di riconoscere e distinguere i vari episodi. Aspetto tutt’altro che superfluo, in un filone dove la varietà della proposta non è certo l’obiettivo primario.
In sintesi, un album di settore da parte di una valida band di esecutori. Se amate i tempi serrati e martellanti del grind/black metal, potete supportare con fiducia questa formazione nostrana.

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