Attenzione attenzione, amanti del prog-metal, dei concept album, dei grandi musicisti: è nata una stella.
INTRODUZIONE
I
Beyond the Bridge sono una band metal-prog tedesca, nata nel 1999 con il nome di Fallout. Dopo una prima dipartita artistica, nel 2005 il chitarrista
Peter Degenfeld decide di far rinascere la band ed instradarla verso un suo progetto chiamato “
The Old Man and the Spirit”. Nei successivi 5 anni, aiutato dal tastierista
Christopher Tarnow, Peter passa innumerevoli ore in studio, a completare la musica e la storia di questo incredibile concept album. Alla fine, grazie anche al produttore
Simon Oberender (collaboratore di Sascha Paeth), la band si completa con giovani e talentuosi musicisti, inclusi i due cantanti
Herbie Langhans e la bravissima
Dilenya Mar, di origini jazz.
Le registrazioni dell’album cominciano nel 2008, ai Gate Studios di Wolfsburg. Ciò nonostante, ci sono voluti ben tre anni di lavoro per completare questo sorprendente debut, su cui ha messo le mani la sempre attenta Frontiers.
LA STORIA
“
The Old Man and the Spirit” parla del costante mutare dell’animo umano, dell’importanza dell’esperienza e dei sogni che spingono ogni uomo a non fermarsi mai, a cercare sempre più in là. La voce femminile interpreta lo
Spirito, la personificazione di tutta la saggezza, la consapevolezza e la fantasia che l’uomo non riesce a raggiungere, ma alla quale tende costantemente. Il suo avversario, il
Vecchio, è presentato come un viveur, che ha vissuto a lungo sperimentando tutti gli alti e bassi della condizione umana. Impaurito dall’avanzare inesorabile dell’età, il Vecchio inizia a cercare un senso, un fine ultimo alla sua vita, e capirà di poterci riuscire solo con l’aiuto dello Spirito. Dal canto suo, lo Spirito è consapevole della curiosità umana, ed accetterà di dare le risposte a tutte le domande del Vecchio – in cambio della sua esperienza, dei suoi sentimenti, in definitiva del suo essere ‘umano’. Ma scoprirà che il prezzo da pagare è alto…
LA MUSICA
Questo album è sorprendente. Davvero, sorprendente. Immaginate il miglior Ayreon, e provate a fonderlo con i migliori Dream Theater, i migliori Spock’s Beard, con una punta di Pink Floyd, una smisurata competenza strumentale ed una ispirazione in fase creativa che ha dell’incredibile. Il risultato è un album miracoloso, in cui ogni nota, suono, parola pronunciata, servono allo scopo ultimo della storia, del fluire della trama, con una sarabanda di saliscendi musicali da capogiro. Inoltre, la perfetta alternanza tra i due cantanti detta i tempi di un’opera davvero strepitosa. Erano anni che il vostro scribacchino non ascoltava un album così complesso, elaborato dal punto di vista concettuale, a cui facesse da perfetto contraltare una esibizione strumentale così convincente. “
The Old Man and the Spirit” è un album da ascoltare infinite volte, da comprare e custodire gelosamente. Spero vivamente che i Beyond the Bridge non ci mettano altri 5 anni per sfornare il prossimo album, ma se anche fosse so per certo che “The Old Man and the Spirit” potrebbe bastarmi fino ad allora. Capolavoro.