Detesto l'uso delle K a membro di Alano.
Questo è il primo motivo per cui appena mi sono trovato davanti il nuovo disco dei
The Kandidate non ero molto ben disposto. Aggiungete in secondo luogo una copertina che non mi dice granchè, classico lavoro moderno computerizzato e poco altro, per farmi dire che non mi aspettavo molto da questo album.
La band proviene dalla fredda e pianeggiante Danimarca, il paese di King Diamond che in ambito "metal estremo", soprattutto negli anni '90, pareva rimasta un po' in ombra (o meglio per il genere, un po' troppo al sole) rispetto ai fasti "Sverigesi". Il gruppo nasce dalle ceneri dei
The Downward Candidate e arriva oggi al secondo album sotto l'egida della Napalm Records, label austriaca che a metà anni '90 è stata una delle etichette più attive in ambito estremo e non solo.
La proposta è una sorta di ibrido tra il thrash più moderno e il tipico death and roll alla post-Wolverine Blues per intenderci, con una produzione che ricorda parecchio le chitarre tipiche del classico sound dei dischi registrati ai celeberrimi Sunlight Studios di Stoccolma. Il problema di fondo è che "FTIPOD" risulta parecchio di incompiuto; "
essere o non essere" diceva un celeberrimo principe danese secoli fa, e nel mio piccolo mi esprimo nello stesso modo dopo l'ascolto dei brani che compongono questo disco.
Quando la band non va per il sottile, suonando semplice "death and roll", riesco realmente a divertirmi pur non essendo un fan accanito del genere. Con la lancinante "
Total War" o la terremotante "
The Knives Spit" la band colpisce nel segno, picchiando come fabbri ferrai e lasciando poco spazio all'immaginazione. Al contrario, quando i The Kandidate cercano di strafare, provando a mettere troppa carne al fuoco il risultato lascia parecchio a desiderare, vedasi "
Standing On The Cliff Of Madness".
Alla fine non mi aspettavo molto da questo disco e pur aspettandomi di peggio, il giudizio non può essere totalmente positivo; alcuni spunti sono molto buoni ma purtroppo l'originalità non si compra al mercato tanto al kg.
Non basta mettere una K nel monicker, poi magari è danese ma mi suona molto male, oppure provare a infarcire i pezzi di atmosfere groove, parola che vuol dire tutto e niente, per fare una proposta originale.
Quando i The Kandidate fanno quello che riesce loro meglio, ovvero suonare semplicemente death 'n roll, possono tranquillamente dire il fatto loro. Purtroppo però in questo disco vale il vecchio detto popolare "Chi troppo vuole, nulla stringe".
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