Da sempre divisi tra il cantato in inglese, nella lingua madre tedesca e in latino, i
Coronatus sono una realtà teutonica con ben due vocalists femminili dietro il microfono. Autori di un gothic metal un po’ gothic ma tanto metal, i Coronatus sfornano il loro quarto album, questo “
Terra Incognita”, in poco più di 5 anni. Il sound del gruppo non è fondamentalmente cambiato di una virgola, come l’abitudine del titolo in latino e le forti orchestrazioni a sostenere le voci di
Viola e
Ada, recentemente ritornate in pianta stabile nella band. Un album dunque che non mostra nessuna novità, ma che anzi conferma il trademark della band, subito in palla sin dall’opener “
Saint Slayer”. Per chi non conoscesse il combo, potrei dirvi che le coordinate stilistiche dei Coronatus si muovono a cavallo tra gli Epica, i Midnattsol e i Leaves’ Eyes, e all’interno di questo nuovo capitolo si respira la solita aria tenebrosa, quasi si fosse sul sagrato di una cattedrale, quando il sole comincia a cedere spazio al buio della notte… Molti i brani interessanti, mi sento di segnalare la trilogia a titolo “
In Signo Crucis”, che occupa le trace dalla 7 alla 9, o la bella “
Fernes Land”, in cui le voci delle due cantanti ricamano in tedesco su un bravo heavy e ben orchestrato. Sicuramente “Terra Incognita” non è uno di quegli albums che strappano la pelle alle mani, ciò non toglie che, in questo dischetto, potrete trovare 54 minuti di gothic metal interessante, suggestivo e ben suonato.
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