I
Knives Out sono originari di Lugano, e - forse - proprio per garantire la
storica neutralità degli svizzeri, si piazzano a metà strada tra il Punk
incazzato e riottoso ed il Rock'n'Roll
scattante ed ammiccante, il tutto convogliato in una dozzina di brani trascinanti ed orecchiabili, che si fanno ascoltare con piacere e rendono merito all'album d'esordio di questi cinque ragazzi.
Senza essere particolarmente derivativi - beh, per quello che il genere consente loro - "Here Again" lascia comunque trasparire influenze che vanno dai britannici Sham 69 e Stiff Little Finger sino a formazioni d'oltreoceano come Social Distortion o Rancid.
Nella mezz'ora abbondante del disco possiamo intravedere come le chitarre di Jonas e Samy non solo sappiano graffiare, ma siano in grado di proporre spunti interessanti (ad esempio su "United We Stand" o "I'll Die Tonight"), ben sostenute dalla sezione ritmica, composta da Luca e Luo, e con una prova al microfono davvero positiva da parte di Dexter, mentre qualcosina in più si poteva fare con i chorus, rendendoli maggiormente ficcanti ed efficaci.
Tra i momenti maggiormente indicati per un ascolto e dare quindi una possibilità ai Knives Out, troviamo l'opener "I'm Here", l'autobiografica "In the Land of Dreams" e l'accusatoria "No More Aid for Haiti", estratte da una scaletta ben assortita dove i singoli brani si distinguono con facilità l'uno dall'altro.
"Here Again" ... e spero per diverso tempo a venire.
Well, it's a dirty job but someone's gotta do it
And it's a dirty review but someone's gotta write it ...
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?