Gli
Stahlmann provengono dalla Germania e il qui presente “
Quecksilber” è il secondo full-lenght dopo l’omonimo debutto del 2010.
Senza troppi giri di parole ci troviamo di fronte a degli emuli, per non dire dei cloni, dei
Rammstein. A partire dalla voce del singer
Mart (pur tuttavia non dotata della teatralità di
Till Lindemann) passando per la marzialità dei riffoni thrash vitaminizzati in fase di produzione, per finire a certe melodie dark con intromissioni di voce femminile, tutto ricorda i
Rammstein.
Forse se un discrimine si può notare esso va rinvenuto nella maggiore propensione a un sound più electrodark degli
Stahlmann.
A questo punto la recensione potrebbe anche concludersi, restando solo da decretare un giudizio sulla proposta della band.
Premesso che non consiglierei mai l’acquisto di questo disco, potendosi rivolgere agli originali
Rammstein, va detto che il disco si lascia ascoltare piacevolmente. L’opener “
Engel Der Dunkelheit”, la danzereccia “
Tanzmaschine”, l’intima e oscura “
Asche”, l’ossessiva “
Schmerz”, sono dei buoni pezzi.
In definitiva, stante il declino (mia personale opinione) dei
Rammstein, forse non è male avere una band di riserva! A patto che facciano un bel salto avanti col songwriting. Per il momento rimandati.
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