Copertina 5

Info

Anno di uscita:2011
Durata:60 min.

Tracklist

  1. SOLITARY SOULS PUB
  2. C'MON 'N' LOVE ME
  3. EVERYTIME
  4. THE DEVIL GOT TWO TAILS
  5. BELLA
  6. 9 LIVES
  7. COWGIRLS FROM THE MOON
  8. A DIFFERENT SKY (AMSTERDAM 2009)
  9. DAMNED BELLS DANCE
  10. BLONDIES
  11. RNR NIGHTS
  12. GLAM ANYLONGER
  13. SHE
  14. THE BACKSLIDE

Line up

  • Sconosciuta

Voto medio utenti

Dannie Damien anche se sulle prime non si direbbe, è un artista tutto nostrano. Dal caldo e ricco sud dell'Italia eccolo qui con un album bello folto di brani… quattordici tracce, che per un album all'apparenza autoprodotto sembrerebbe una cosa abbastanza impegnativa.
Solitary Souls Pub, questo il nome dell'album e del primo brano, parte con le intenzioni molto chiare: glam rock e AOR a tutti i costi! Purtroppo non parte benissimo, la title track stenta a decollare, spesso i suoni sono male impastati e il cantato non è dei migliori… il tutto si prolunga fino alla quarta canzone "The Devil Got Two Tails" che finalmentee sembra dare un senso a tutto il disco.
Arriva poi l'immancabile ballad, "Bella" non malaccio, molto AOR, ma anche qui il cantato in certi momenti stride con evidenti stonature e un assolo di chitarra che io personalmente avrei rivisto.
Su "9 Lives", le cose riprendono un pochino quota, bei suoni di chitarre, bella batteria (forse un po' troppo quantizzata) basso ottimamente intelleggibile e voce mixata non troppo fuori (come spesso gli italiani amano fare); american style un filino stentato per "Cowgirl From The Moon, ma una bella intro di chitarra acustica che si fa viva anche sulle ritmiche principali fa in modo di non fare abbassare il tiro del brano.
Abbiamo appena superato la metà del disco quando arriva, mi duole dirlo, il brano inutile! "A Different Sky (Amsterdam 2009)" magari per l'autore vorrà dire molto, ma per la qualità del cantato, decisamente sotto la media, e per lo stile del brano stesso in questa tracklist poteva anche non essere inserito.
I successivi cinque brani, proseguono l'andamento di come si era partiti, senza infamia e senza lode sono "Glam/AOR style" fatti bene con l'unica pecca del cantato che in tutto il disco stenta, spesso con lievi ma evidenti stonature, a far apprezzare a pieno le canzoni.
Ultima traccia: classica ballad di chiusura… ecco qui ci sta… brano che come tutti gli altri parte bene piano, voce, a seguire chitarre basso e batteria… se fossimo ad un concerto allo stadio sarebbe la classica canzone "da accendino" un bis perfetto per dei saluti memorabili.
Resta il fatto che purtroppo per tutta la durata del disco la qualità dei cantati e di qualche inciso è veramente mediocre.
Le intenzioni ci sono, non discuto, ma la qualità deve migliorare.
Recensione a cura di Guido 'Sybelius' Zerbin

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