Pare che ci risiamo! Parafrasando il titolo di un fortunato film di Kung fu, che negli anni settanta aprì la strada ad un'orda di pellicole cloni del capostipite, mi viene da pensare: "dalla Svezia con furore". E così il mercato discografico, che ancora non vuole aprire l'ombrello sotto la pioggia di soldi procurata dal "fenomeno Hellacopters", con annessi e connessi, continua a sfornare gruppi che dietro il muro di amplificatori valvolari hanno, purtroppo, ben poche idee originali in serbo. Insomma, siamo onesti: neanche questi quattro ragazzoni venuti, nel 1998, dalle gelide lande del Nord riescono a resuscitare il mito degli MC 5. Con ciò non voglio dire che questo loro disco d'esordio sia brutto. Il suono è potente e smaccatamente in linea con le tendenze attuali e, sebbene le canzoni (Faster than me, T.D.O.S. e Kings and Queens, tra le altre) non facciano la storia del rock, una certa carica adrenalinica la sprigionano pure. Ma, per favore, non mi si parli di punk 'n roll! Perché lo ammetto: sarò di parte, ma proprio non sopporto più che si usino le parole a sproposito. Voglio dire che la definizione "punk rock", coniata da Lenny Caye in giorni ormai trascorsi ed ancora non sospetti, dovrebbe servire a definire non affatto un preciso fenomeno musicale, quanto piuttosto un'attitudine che nulla ha a che fare con stereotipi immobilizzanti. Da quando il rock 'n roll si è affacciato sul mondo con i suoi contenuti eversivi e di facile approccio, la voglia di sfogare le proprie pulsazioni, in particolare quelle del basso ventre, ha scatenato la furia giovanile di centinaia di band, più o meno fortunate o famose. L'energia, la sfrontatezza e, perché no, la rozzezza sul piano esecutivo, hanno dato la spinta e stabilito una sorta di involontaria "comunione d'intenti" tra personaggi o gruppi solo all'apparenza diversi. Da Gene Vincent al garage trash dei primi anni sessanta, fino all'esplosione rabbiosa delle bands che verso la metà degli anni settanta si erano stancate del vecchiume dei "dinosauri" del rock. Insomma, e concludo con un esempio, i Crime erano punk 'n roll; i Cosmic ballroom, invece, sono un fenomeno di mercato. Poste certe premesse, mi viene da consigliare questo disco agli amanti degli "elicotteri infernali" che, si sa, sono ormai (fin troppo) numerosi. Oppure, lo compri il rockettaro che non ha voglia di farsi troppe domande sulla storia della musica. Del resto, la pop music è anche questo. Voto: un bel cinque e mezzo pieno pieno. O al limite, un sei meno di incoraggiamento. Ma non starò diventando troppo buono?
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