Setzer, Brian - Nitro Burnin’ Funny Daddy

Copertina 6

Info

Anno di uscita:2004
Durata:44 min.
Etichetta:Surfdog
Distribuzione:Frontiers

Tracklist

  1. SIXTY YEARS
  2. DON’T TRUST A WOMAN (IN A BLACK CADILLAC)
  3. WHEN THE BELLS DON’T CHIME
  4. THAT SOMEONE JUST AIN’T YOU
  5. RAT PACK BOOGIE
  6. RING, RING, RING
  7. DRINK WHISKEY & SHUT UP
  8. SMOKIN’ ‘N BURNIN’
  9. WILD WIND
  10. ST. JUDE
  11. TO BE LOVED
  12. WHEN THE BELLS DON’T CHIME (BANJO MIX)

Line up

  • Brian Setzer: vocals, guitar
  • Johnny “Spaz” Hatton: bass
  • Bernie Dresel: drums

Voto medio utenti

Non molto tempo fa avevo maltrattato il buon Brian Setzer per il suo orrido album natalizio, stucchevole antologia di brani tradizionali eseguiti con tanto di orchestra. Disco scialbo ed inutile.
Immagino che l’ex Stray Cats non se la sia certo presa per la mia recensione negativa, anzi che non ne conosca affatto l’esistenza. Però, in una di quelle pure casualità della vita, sembra che mi abbia dato retta e l’impegno profuso nel nuovo lavoro risulti di tutt’altro spessore. Intendiamoci, nulla di miracoloso, ma rispetto al precedente obbrobrio ci sono stati passi da gigante.
Freschezza e varietà di idee generano un disco piacevole, fermo restando le coordinate stilistiche di Setzer.
Un’inguaribile nostalgico, uno che nel ventunesimo secolo alla veneranda età di 44 anni porta ancora i basettoni ed il ciuffo alla Fonzie, piantato come una sequoia nel bel mezzo degli anni ’50. Neo-rockabilly, surf-punk, Eddie Cochran, swamp-blues, pop e romanticismo, è quanto trovate inserito nel presente “Nitro burnin’funny daddy”, ennesima realizzazione agli antipodi del metal e dell’hard rock ma che casualmente si materializza sul mio tavolo di lavoro.
Parte dell’album è dedicata al vecchio rock’n’roll energico con una spruzzata di Elvis “The Pelvis” (“Sixty years”,”Don’t trust a woman”,”Ring,ring,ring”,”Smokin’n’burnin”), quel ritmo inconfondibile che fa ancora battere il piedino, perlomeno ai reduci della mia generazione o lì vicino. Il resto si divide tra ballatone di zucchero filato stile “Grease”, con i loro melensi coretti che fanno sembrare mascolini perfino quelli del power metal (“That someone just ain’t you”,”St. Jude”,”To be loved”), un paio di temi country ideali per films western, specie “Wild wind” che pare la colonna sonora di “Un pugno di dollari”, un bel blues rugginoso alla George Thorogood (“Drink whiskey & shut up”) e qualche stravaganza assortita come lo strumentale swing “Rat pack boogie” o il remix per banjo di “When the bells don’t chime”.
Perlomeno questa volta Setzer ha tirato fuori un po’di grinta, per un disco dignitoso che rappresenta il trionfo del revivalismo, una festa in costume. Il personaggio comunque è questo, prendere o lasciare, e se ascoltate soltanto metal non state nemmeno a pensarci. Altrimenti, per gusti estremamente aperti e curiosi, credo di essere stato chiaro su cosa aspettarsi.

Ultime opinioni dei lettori

Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?

Ultimi commenti dei lettori

Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?
Queste informazioni possono essere state inserite da utenti in maniera non controllata. Lo staff di Metal.it non si assume alcuna responsabilità riguardante la loro validità o correttezza.