Sarò eternamente grato a
Mark Spiro per come la sua penna illuminata ha enormemente contribuito alla
causa del rock melodico (Heart, Cheap Trick, Giant, Bad English, John Waite, Kansas, Reo Speedwagon, Winger, Philip Bardowell, …), mentre francamente ho qualche difficoltà in più ad
esaltarmi per la sua produzione “solista”, pur costantemente ammantata d’imponenti (e ampiamente
prevedibili, visto il curriculum) dosi di classe,
feeling e
pathos interpretativo.
“It's a beautiful life”, così come il precedente “Mighty blue ocean”, vede il nostro optare per una soluzione espositiva completamente autonoma (esclusa la presenza dell’ospite John McLennon in un paio di pezzi) e viene confermata anche l’atmosfera soffusa, vellutata e musicalmente un po’ asettica di quel lavoro, una lacuna fatalmente insita nelle realizzazioni sonore che prevedono il massiccio utilizzo di campionamenti e di una batteria elettronica.
Ecco che le atmosfere intime, catartiche e ottimistiche, da autentico “ritorno alla vita” (Mark ha fortunatamente sconfitto, dopo una strenua battaglia, il tumore che lo aveva colpito qualche anno fa) rappresentanti l’appassionato
leitmotiv del disco, finiscono per essere limitate da una costruzione armonica eccessivamente omogenea, che sebbene caratterizzata da preziosi spunti melodici, coinvolge solo parzialmente a causa di un pizzico di deteriorante monotonia.
Rimane la bella voce di Spiro, con il suo magnetico timbro Waite-
iano, una manciata di buone canzoni tra cantautorato
yankee e
pop-rock in un albo assai raffinato e competente, a cui, però, avrebbe sicuramente giovato una band e strumenti “veri” e un barlume di superiore grinta.
Con lo “spirito” giusto, pezzi come la
title-track, “Come back to me”, “Go another mile”, la spigliata "Might as well be me” (non lontana dalle modalità operative dagli svedesi Roxette), “Dream big, pray hard” e “Everything I do”, non potranno che essere facilmente apprezzati dagli estimatori del rock nella sua forma
easy listening, ma è la “storia” stessa di Spiro che c’impone di
pretendere di più, per celebrare “ancora” meglio, dal punto di vista artistico, quella fondamentale vittoria sul piano “personale”.
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?