38 minuti di puro brutal death metal sputato in faccia all'incauto ascoltatore: questo è "Structures in Chaos" prima fatica discografica degli olandesi Temple.
Musica senza compromessi, dunque.
Musica brutale fino al midollo, che ha come unico scopo quello di distruggere tutto.
Il terzetto olandese riprende in modo mirabile l'insegnamento dei maestri americani del brutal e ci offre un disco certamente nostalgico e molto poco originale, ma che è costruito in modo eccellente e suonato con la dovuta perizia tecnica e la necessaria dedizione.
I Temple annichiliscono con i loro tempi veloci, i riff serrati e gli assoli sparati alla velocità della luce, elementi grazie ai quali i nostri costruiscono un muro sonoro che mi piace definire "ignorante". Qui non ci sono inutili orpelli melodici o abbellimenti di sorta e anche quando il gruppo, improvvisamente, inserisce una dolce voce femminile all'interno di un brano come "Cover Her in Blood", subito si affretta a violentarla con l'assalto belluino su cui costruisce il resto del pezzo.
I brani di "Structures in Chaos" sono tutti "in your face" e lineari nel loro evolversi e vedono al loro interno il costante alternarsi di growl catacombale e scream dal sapore black metal, il tutto mentre le chitarre agiscono come motoseghe impazzite ed assetate di sangue.
Se siete alla ricerca di cieca brutalità e non di originalità fate assolutamente vostro questo lavoro.