A distanza di due anni dal debutto tornano i
Les Discrets, creatura di
Fursy Teyssier, artista francese che, oltre alla musica, si dedica con successo anche alle arti visuali.
Ho ascoltato questo disco per una settimana intera, perdendo il conto. Non garantisco di averlo compreso appieno, e ciò è dovuto al fatto che, nonostante sia suddiviso in otto tracce, il disco è un continuum indivisibile e indissolubile, quasi che premendo il tasto play non si possa fare a meno di ascoltarlo per intero.
La sensazione di cui sopra è accentuata dal fatto che la musica è progressiva nel vero senso della parola, muta progressivamente, in maniera camaleontica, senza strappi, letteralmente trascinando l’ascoltatore lungo quarantatre minuti di musica emozionante e mai stancante. In quanto detto c’è anche quello che ritengo essere l’unico difetto di questo disco, ovvero la mancanza di improvvise aperture che valgano a spalancare orizzonti nuovi e inaspettati, così come è avvenuto con l’ultimo capolavoro degli
Alcest. La tentazione di costruire questa rece in parallelo con la band del fraterno
Neige è forte, date anche le tantissime similitudini, ma mi asterrò, essendo giusto riconoscere a questa grandissima band la dignità che merita.
La delicatezza con la quale
Fursy tratteggia certi paesaggi è commovente in “
La Traversèe” ed in “
Ariettes Oubliées I : Je Devine À Travers Un Murmure...”. Il primo estratto, “
Le Mouvement Perpètuel”, è un monumentale esempio di tragica melanconia senza tempo, ed è sicuramente il pezzo migliore del disco.
“
La Nuit Muette” vivacizza la proposta, pur non tradendo la vena intimista della band.
Il mood del disco è sicuramente sul depressivo andante, carico di leggera ma sottile e penetrante malinconia, amplificata da passaggi acustici che mi hanno riportato alla mente gli
Empyrium, soprattutto in “
Après L’Ombre”.
Il disco è molto buono e riesce a dare in profondità ciò che non sa dare in durata. Cosa voglio dire? Che nonostante gli svariati ascolti fatico a ricordare le canzoni e persino a distinguerle (se si eccettua “
Le Mouvement Perpètuel”). Ciò significa che questo disco è destinato a dare il meglio di sé tirandolo fuori dallo scaffale a intervalli regolari, per sorprendervi ogni volta delle sue qualità, e poi scordarvelo fino alla volta successiva.
Se questo sia un pregio o un difetto lo lascio decidere a voi. È tutta una questione di prospettive.
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