Copertina 7,5

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2012
Durata:41 min.
Etichetta:Relapse Records

Tracklist

  1. OVER & OVER
  2. PENTAGRAM AND CRUCIFIX
  3. CONVICTION
  4. THE WAY BEYOND
  5. POSSESSION
  6. BLACK TO GOLD
  7. THERE IS NOWHERE
  8. HAUNTED HUNTED
  9. ALL ABANDON

Line up

  • Christine Davis: Vocals
  • Johnny Wulf: Bass
  • Reuben W. Storey: Drums
  • Oscar Sparbel: Guitars
  • Ryan McClain: Guitars

Voto medio utenti

Ci ha pensato nientemeno che Fenriz dei Darkthrone a dirvi tutto sui qui presenti Christian Mistress in due parole:

“Cosa c’è che non piace in questa band? Suonano heavy metal alla vecchia maniera, l’esatta maniera che piace a noi. Inoltre, hanno abbastanza palle da spegnere i mega-distorsori proprio quando cominciano i solos, mentre le altre bands fanno l’esatto opposto. I Christian Mistress hanno le palle!”

Adesso, il vostro amico Sbranf vi aggiunge qualcosina: prendete una band da Olympia, Washington, nella classica formazione a due asce e niente tastiere. Aggiungete una voce femminile, incredibilmente vera e rauca, una produzione lo-fi stupenda, ed otterrete un album inusuale, nuovo proprio in quanto ‘vecchio’. I CM potreste immaginarveli sul palco di Woodstock ’69 accanto a Fleetwod Mac o Hendrix. Hanno un sound che sembra finto, tanto è ispido, heavy metal ruvido e catarroso che potrebbe andare a braccetto con i primi Maiden, o Saxon, o i bei vecchi Sabbath, fate voi. Un tuffo nel passato, insomma, e per fortuna la Relapse ha messo poco il becco nella produzione, limitandosi a richiedere una cura maggiore rispetto al debut “Agony & Opium”.

Dieci tracce in cui la voce ipnotica di Christine Davis vi guiderà attraverso un sound sporco, puzzolente e vero, che ci manca solo di sentire il clic del TS9 mentre viene attaccato o staccato. Dalla bella opener “Over & Over” giù per l’ipnotica “Black to Gold” fino all’ultima nota di “All Abandon”, questo “Possession” sembra uno scherzo della macchina del tempo, e volenti o nolenti si finisce catapultati negli ultimi seventies, quando suonare e provare dentro un garage era l’unico trampolino che precludesse un tuffo nel mondo della musica, che ti riusciva se avevi fortuna, palle e talento.

Adesso, ho un po’ paura per i Christian Mistress, perché il successo che (inevitabilmente, a mio parere) li colpirà potrebbe snaturare la vera anima di una creatura ingenuamente perfetta, magnificamente rozza e pura. Quasi quasi spero che non vi piacciano.


Recensione a cura di Pippo ′Sbranf′ Marino

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 09 mar 2012 alle 17:07

stiv bisogna avere pazienza le mode vanno e vengono :)

Inserito il 05 mar 2012 alle 14:29

Cioè "questo" è il nuovo trend?. Fare finta di essere nell'ottantacinque?

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