Tre dischi in cinque anni: un bottino niente male per i britannici
Vendetta, dediti a un classicissimo heavy metal che nulla toglie e nulla aggiunge alla storia del genere. Già avevo incontrato sulla mia strada il combo inglese, criticandone la mancanza assoluta di originalità del precedente lavoro, che non riusciva mai ad attirare con efficacia l’ascoltatore. Questa volta la crescita c’è stata: i pezzi sono più strutturati e cattivi, tutto sembra instradato finalmente nella giusta direzione, ma anche di fronte a un approccio migliore e più convincente, la critica principale al sound del gruppo rimane la stessa espressa nel 2009.
Parecchi dei problemi in fase di songwriting sono stati dunque risolti, ma ancora non è possibile dire con certezza se la band abbia effettivamente le capacità per farsi strada nel mondo classic con una certa autorevolezza. Se devo essere sincero, credo che se ancora non è successo, difficilmente saremo qui un giorno a parlare di capolavori provenienti da Oltremanica. Questo nuovo album è piacevole, non annoia, ma non regala nemmeno un sussulto. E un sussulto ogni tanto fa bene ai dischi.
Negli ultimi mesi abbiamo sentito tante cose bellissime arrivare da band dedite a questo genere, dunque i Vendetta difficilmente faranno dimenticare altri gruppi ben più validi. Se siete defender incalliti, comunque, non escludo che anche qui dentro potreste trovare soddisfazione e godimento. Anche questa volta, però, il consiglio è d’obbligo: pre-ascolto assolutamente necessario.
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