Prog metal decisamente canonico e molto poco innovativo quello proposto dagli
Ivory Gates, band ormai giunta al terzo album: disco che segna una piccola svolta e porta il gruppo lontano dalle sonorità più eighties degli esordi per approdare a un sound decisamente aggressivo e molto metal.
Guidati da un’ottima voce, tuttavia, i ragazzotti brasiliani sembrano sempre voler fare più di quello che gli si richiede, andando a cercare la soluzione intricata e dispari anche quando non è necessario. Tutto questo porta il voto verso il basso perché appesantisce oltremodo pezzi piacevoli, melodici e suonati decisamente bene, che così fanno fatica a rimanere in testa e a trovare la necessaria efficacia.
La proposta sicuramente non è da buttare, ma attualmente in Europa e soprattutto anche in Italia disponiamo di band molto più valide: prima di volare in Brasile, date una chance a chi se lo merita di più.
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