Nella seconda metà degli anni '90, in una delle prime incarnazioni dei WIZ, militavano Jake Freden e Freddy Persson, i quali nel frattempo formarono i Nostradameus. Sarà stato un po' per gli impegni di questo gruppo e in parte per altri problemi, sta di fatto gli WIZ sono arrivati al debutto solo adesso, grazie alla fiducia concessa loro dalla Arise. "Shattered Mind Therapy" tiene le distanze dal Power Metal che suonano i Nostradameus. Le sonorità qui si fanno tese, cupe e ben poco propense all'aspetto più happy del metal, un aspetto che si riflette anche sull'artwork della copertina e nel booklet in generale. Il cantante del gruppo Freddy Persson, già autore di buone prove sui dischi dei Nostradameus, qui dimostra di aver anche altro da dare (e dire...): una grande prova, compatta ed allo stesso tempo versatile. Facile intuire come "Shattered Mind Therapy" non sia un album di facile assimilazione, già l'opener "Mr. Sandman", credo ispirata all'omonimo fumetto, delinea l'andamento dell'album, un mid-tempo rimarcato dalla sezione ritmica e con un rifferama incisivo. Sorprendente il Persson che si propone su "In your eyes", brano sofferto e basato molto più sul feeling che sull'impatto. Con "Super Psychic Woman" i WIZ si allontano dai sentieri più battuti dell'Heavy Metal, non solo per l'uso di vocals filtrate, ma per l'andamento generale del pezzo piuttosto rock oriented, se non per l'assolo ad opera di Jake Freden. Al contrario "One Chapter of a Fairytale" è uno di pochi brani (lo farà in parte anche "Understand") che può far pensare al più tipico Power Metal, per le linee vocali adottate (innegabile nel refrain una qualche similitudine con gli Helloween) e per il suo andamento incalzante. "Sun Moon Stars" e "Down" rallentano i ritmi, mantenendo però sempre alta la tensione, sopratutto la seconda che su una ritmica incalzante ed un andamento insinuante inserisce degli scatti nervosi assai ben assestati. "Return of Atlantis" e "Empty Words" (questa con un un gusto melodico che ricorda i nostri Secret Sphere) sono tra i pezzi più riusciti, con le chitarre in grande evidenza ed ancora ottime linee vocali. Non che "From the Ashes We Rise" gli sia di molto inferiore, grazie anche ad un'altra buona prestazione di Freden alla solista e con qualcosa degli Angel Dust. I WIZ hanno saputo ritagliarsi un proprio spazio puntando più su un sound personale che a ricalcare schemi collaudati. Bravi in tutto e per tutto!
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