Copertina 8

Info

Anno di uscita:2011
Durata:51 min.
Etichetta:Arms Division Records

Tracklist

  1. GIMME SHELTER (THE ROLLING STONES)
  2. OLD MAN (NEIL YOUNG)
  3. T.N.T. (AC/DC)
  4. STOP DRAGGIN' MY HEART AROUND (TOM PETTY & STEVIE NICKS)
  5. THE JOKER (STEVE MILLER BAND)
  6. EVERYBODY WANTS YOU (BILLY SQUIER)
  7. ROCKET MAN (ELTON JOHN)
  8. ALL RIGHT NOW (FREE)
  9. SHOOTING STAR (BAD COMPANY)
  10. D'YER MAK'ER (LED ZEPPELIN)
  11. FUNK #49 (JAMES GANG)
  12. COCAINE (ERIC CLAPTON)
  13. WITH A LITTLE HELP FROM MY FRIENDS (JOE COCKER)

Line up

  • Wes Scantlin: vocals, guitars
  • Paul Phillips: guitars
  • Doug Ardito: bass
  • Shannon Boone: drums

Voto medio utenti

Come credo buona parte di chi li conosce distrattamente, avevo lasciato i Puddle of Mudd al 2001, quando il loro album "Come Clean" era in vetta a tutte le classifiche mainstream del mondo, trascinato dal singolo "Blurry", che spopolava su MTV e nelle radio. Convintissimo si fossero sciolti, scopro con piacere 10 anni dopo che la creatura di Wes Scantlin è ancora viva e in forma. In grande forma, oserei dire.

"re:(disc)overed"
è infatti un disco molto ben fatto, pur essendo un semplicissimo disco di cover, che mi ha messo di fronte a una band della quale non conoscevo il reale potenziale. Il mio ricordo legato ai Puddle of Mudd era infatti quello di una band post-grunge come ne giravano tante in quel periodo, mentre in questo album ritrovo un hard rock suonato coi controcazzi, impreziosito dalla voce adeguatamente roca e graffiante di uno Wes Scantlin che col tempo è decisamente migliorato dietro al microfono.
E dire che le cover presenti su "re:(disc)overed" sono veramente varie e non tutte riconducibili all'hard rock: si passa infatti dall'espolosiva "T.N.T." degli Ac/Dc a "Rocket Man" di Elton John, da "D'yer Mak'er" dei Led Zeppelin a "With a Little Help from my Friends" dei Beatles (anche se qui è coverizzata la versione di Joe Cocker), tutte rese in maniera davvero eccellente, riarrangiate a dovere e mixate perfettamente tra di loro, creando una soluzione di continuità impressionante per brani così differenti tra loro, come genere ed epoca.
Le canzoni le conoscete tutti, inutile parlare più o meno di una o dell'altra, quindi mi limiterò a dire che personalmente le cover più riuscite sono quelle di "With a Little Help from my Friends", canzone che già adoravo nella sua versione classica ma che in chiave "fangosa" mi fa letteralmente impazzire, e di "The Joker" di Steve Miller, hard rock in salsa country che fa un po' il verso a "Sweet Home Alabama" nel giro di chitarra ma che riesce a identificarsi grazie a un ritornello davvero coinvolgente.

Godetevi quindi un break dai Cannibal Corpse, dagli Edguy, dai Tool, dagli Opeth e chi più ne ha più ne metta e date un ascolto a questo dischetto dei Puddle of Mudd. Mai avrei pensato di darvi un consiglio del genere, non su queste pagine quantomeno, ma devo dire che a volte è d'obbligo pentirsi di una prima impressione sbagliata. E questa volta l'ho fatto con estremo piacere.

Quoth the Raven, Nevermore..
Recensione a cura di Andrea Gandy Perlini

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