Dall'Olanda gli
Heidevolk con il loro quarto album, "Batavi", affrontano un concept storico sulla opposizione della tribù germanica dei Batavi, che vivevano nell'area del delta del Reno nell'attuale Olanda, di fronte l'espansione dell'Impero Romano, con il quale poi si allearono.
L'impatto non è comunque dei migliori, "Een Nieuw Begin" non trasuda né sangue né sudore, i ritmi sono sostenuti ma sembra quasi di trovarsi di fronte ad uno dei brani meno riusciti degli In Extremo. Una considerazione dalla quale non si sottrae nemmeno la successiva "Als Ons De Toekomst Lonkt", mentre qualche segno di risveglio fa capolino nella battagliera "Het Verbond Met Rome" con quel passo marziale che si districa da ritmiche d'estrazione Black Metal e con una discreta prova al microfono dei due cantanti, Joris Boghtdrincker e Mark Bockting, bravi poi anche su "Wapenbroeders", che si segnala per il gran lavoro svolto a livello di chorus, senza per questo far gridare al miracolo.
Certo, grazie alla produzione di Peter Tägtgren il sound esce potente e (
fin troppo) pulito, ma nel suo complesso l'album si rivela noioso e non convince nei momenti più orientati all'Heavy Metal e nemmeno nelle sue pulsazioni Pagan & Folk, anche perchè strumenti come il violino o il flauto vengono spesso messi in secondo piano, concedendo loro ben pochi spazi, come avviene ad esempio nel breve strumentale "Veleda" o all'inizio di "De Toekomst Lonkt" o della già citata "Wapenbroeders".
A suo tempo le Legioni Romane avevano sbaragliato la maggior parte delle tribù germaniche alleandosi poi con le rimanenti, ed oggi nello stesso genere battuto dagli Heidevolk, diversi gruppi provenienti dalle nostre lande sanno fare di meglio.
Pollex VersusWell, it's a dirty job but someone's gotta do it
And it's a dirty review but someone's gotta write it ...
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