Siamo sinceri ammettendo che non ci aspettavamo un granchè da questi
Devilish Distance, un quartetto russo giunto al terzo album, dedito al più classico e ferale death metal stile floridiano, non tanto per colpa loro quanto per la reputazione della loro etichetta
MDD che non è propriamente sinonimo di qualità.
Invece stavolta perlomeno rimaniamo nell'ambito della sufficienza ed anche qualcosa di più perchè sebbene i Devilish Distance non facciano urlare al miracolo il loro onesto mestierare e devastare tutto lo sanno fare piuttosto bene: parliamo praticamente di una copia pedissequa dei
Deicide di
Glen Benton, fin dalle tematiche, sino agli espliciti titoli dei brani, tipo "
crush the priest", "
bury the prophet" ed altre simpatiche amenità simili.
I brutallari in questione picchiano sodo, ci sanno fare, amalgamano bene furiosi blastbeat con qualche raro accenno di melodia, talvolta negli assoli, talvolta sorprendentemente anche nelle ritmiche, come la quasi ruffiana "
The Nameless One" che poi invece torna ad essere un brano martellante e furioso come tutti gli altri, con la solita eccezione del bell'assolo.
Pur non avendo mai ascoltato i primi due lavori della band, abbiamo trovato questo "
Deathtruction" assolutamente convincente, ben fatto, ben registrato, equilibrato nel songwriting, facilmente assimilabile e non stancante, oltre alle insite ovvie qualità, come la bestialità e l'aggressione sonora, aggraziate da un lavoro chitarristico spesso molto ispirato ed aggraziato.
In campo death metal si trova spesso di peggio, credetemi.
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