Copertina 4

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2012
Durata:48 min.
Etichetta:Limb Music GmbH

Tracklist

  1. CHRONICLES OF THE NORTH
  2. WARRIOR KINGS
  3. DAYLIGHT RETREATS
  4. SILVER MOON
  5. THE WORLD IS DYING
  6. END OF LIFE
  7. FATE
  8. ABANDONDED
  9. LOST

Line up

  • Stefan Jacobsen: Vocals
  • Freddy Olofsson: Guitars
  • Jimmy Malmenlid: Bass
  • Andreas Alme: Drums
  • Stefan Malmenlid: Keyboards

Voto medio utenti

Dalle fredda Svezia doveva arrivare qualcosa di più tagliente; in tutta sincerità mi aspettavo di più, decisamente di più!
Già dall’artwork si destano i primi sospetti, il soggetto potrebbe andare anzi è perfetto ma dallo stile sembra la copertina di un videogame e pure il nome (credo che anche in negozio avranno problemi a collocarlo, anche perché ne esistono un paio con nomi simili!), ma questo non c’entra: certi videogiochi hanno delle musiche da far paura, quindi qualcosa di interessante la posso trovare ...e invece no!
I Last Kingdom hanno un problema di fondo e questo problema ha un nome: Stefan Jacobsen. Voce troppo piatta, distaccata dal contesto musicale e tono sempre costante fatta eccezione per qualche passaggio in cui troviamo un acuto buttato lì giusto per dire “altri sì e io no?”, e anche la metrica (parlo sempre del canto) è ripetitiva da dar fastidio. L’unico pezzo in cui troviamo una quasi impercettibile variazione è "Daylight Retreats". Altra stonatura i cori -o meglio il coro, visto che per lo più è sempre il medesimo- ripetuti in più tracce; l’espressività, così come i buoni propositi di Chronicles of the North, è andata!
Mi dispiace davvero, in particolare per gli altri membri della band che -come detta il genere- si frantumano dita e polsi per buona parte dell’album, ma anche loro un grosso errore lo hanno fatto ed è stato immolarsi per lasciare eccessivo spazio al cantato: quasi tutti i pezzi hanno un buon incipit strumentale ma spesso nell’ultima parte c’è fin troppa quiete.
Proviamo allora a passare oltre e dare spazio anche agli altri componenti dove c’è da salvare molto invece: prendiamo ad esempio "Silver Moon", la traccia migliore, bella dall’inizio alla fine e power senza compromessi come "End of Life", Olofsson alla chitarra si è dato un bel da fare. Buona anche la scelta dei sintetizzatori che aggiungono il giusto tocco epico, fatta eccezione per "The world is dying" decisamente troppo festosa a dispetto del titolo.
Se fosse stato per le componenti strumentali avrebbero superato la sufficienza, ma va fatta la media. L’impressione è che sia stato realizzato tutto con eccessiva fretta, eppure la band ha già due demo alle spalle, e qualcosa la perdono anche perché -come si suol dire- “i ragazzi sono svegli, ma non si impegnano abbastanza”!

A quando l’instrumental version?
Recensione a cura di Salvatore Sanzio

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