Gli Impiety fanno parte di quel gruppo di band che pur non godendo di grande visibilità e non possedendo chissà quali abilità tecnico/compositive (per non tacere del tourbillon di membri che si sono alternati in questi anni) sono riusciti a costruirsi un seguito fedele grazie ad una incessante attività live.
Personalmente ho sempre giudicato gli Impiety come una band “ignorante”, aggettivo la cui accezione va intesa in maniera benevola e non negativa. Fedeli alla causa del death/black, i Nostri non hanno mai preteso di insegnare alcunché a nessuno. Nessuna verità preriscaldata da diffondere, niente al di fuori dal triangolo Satana-Guerra-Sangue uniti ad una raffica di riff come una mitragliatrice in trincea capaci di produrre della “sana confusione”
Con questo “Ravage & conquer” gli Asiatici (di Singapore per chi non lo sapesse) non aggiungono né tolgono nulla alla loro ventennale produzione e già scorrendo la tracklist (se proprio la cover non vi aveva già messo in guardia) anche il più incauto degli ascoltatori sa già cosa aspettarsi: “Salve the goat”, “Weaponized”, “Sacrifice” (cover dei Bathory of course!) sono titoli che non nascondono doppi sensi o concetti criptici no?
Musicalmente il cd è un poco ripetitivo anche se decisamente elettrico. La produzione non è cacofonica e si possono apprezzare sia il muro costruito dal batterista Dizaster (non credo supererebbe l’antidoping) sia i riff del nuovo chitarrista Aziz anche alzando il volume a livelli decisamente osceni.
Che poi è il volume a cui deve esser ascoltato “Ravage & conquer”.
Un album questo che è la classica mazzata sulle gengive, in cui il concetto di mid-tempo appartiene al vocabolario delle lingue morte e che conferma, se ce ne fosse bisogno, il motivo per cui gli Impiety siano considerati come i Sodom del Sudest Asiatico.
A buon intenditor…
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