Non conoscevo i romani
Disease e quindi mi sono approcciato a
"The Stream of Disillusion", loro terza uscita su lunga distanza, con curiosità anche in virtù dell'ottimo trattamento ricevuto in passato dal gruppo sulle nostre pagine virtuali (
http://www.metal.it/album.aspx/2882/).
Devo dire che il mio interesse è stato ripagato da una proposta davvero interessante ed assolutamente non convenzionale.
La musica dei
Disease si colloca in un ideale punto di incontro tra death melodico svedese, thrash bay area, US metal e soluzioni melodiche che strizzano l'occhio ora agli
Iron Maiden, soprattutto nelle armonizzazioni di chitarra, ora a certi
Nevermore, per l'aspetto "gotico", andando, quindi, a creare un suono eterogeneo ed arzigogolato.
L'album mette in mostra la verve dei musicisti che sanno destreggiarsi abilmente tra partiture complesse e cervellotiche, in cui emerge una vena progressive molto interessante, ed altre che fanno, invece, dell'impatto il loro aspetto più importante.
In maniera intelligente i nostri sanno dosare accuratamente i vari tasselli del proprio sound senza lasciare che qualcuno prenda il sopravvento sull'altro con il risultato che tutti i brani sono convincenti ed ottimamente arrangiati e strutturati.
Per mio gusto personale ho trovato migliori i momenti più riflessivi, anche perchè il cantato pulito è certamente più efficace ed evocativo delle inflessioni distorte che appaiono, a volte, un po' forzate e fuori contesto.
Segnalato che la preparazione tecnica dei ragazzi coinvolti nel progetto è di tutto rispetto e che l'album si chiude con una ottima cover degli
Anathema (
"Empty"), a testimonianza dell'eclettismo dei nostri, vi invito a dare una possibilità ai
Disease che, ingiustamente, sono costretti ad autoprodursi un lavoro che avrebbe meritato il supporto di una casa discografica.
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