Luca Divirgilio è
Arctic Plateau e
Arctic Plateau è malinconia, melanconia, poesia, psichedelia, viaggio onirico dentro se stessi, sulle note di eteree melodie, di arpeggi soffusi, dilatati, vibranti.
“
Melancholy Is Not Only For Soldiers” sembra citare i
Pink Floyd ammantandoli di un’atmosfera quasi lounge, “
Music’s Like…” è post rock d’alta scuola, le cui influenze vanno direttamente ricercate negli inizi degli anni ’90, quando il rock mutava e diveniva alternativo, tra
Smashing Pumpkins e i
Pearl Jam più intimi.
“
The Enemy Inside” vede la partecipazione di
Carmelo Orlando dei
Novembre il quale, a dir la verità, con i suoi growl rovina un po’ l’atmosfera del pezzo, sembrando il suo intervento quasi forzato, seppure necessario nel rimarcare l’appartenenza, simbolica, ad una scena, quella romana, che ci ha già regalato
Klimt 1918,
Room With A View,
Oblivio e compagnia cantando.
L’altra guest è
Fursy Teyssier dei
Les Discrets il quale, oltre a disegnare la copertina, compare in “
Loss And Love”, pezzo molto bello, con una melodia che apre spiragli di speranza.
Questo “
The Enemy Inside” è un disco che ruota intorno alla capacità delle chitarre di sussurrare paesaggi dell’anima, di colorare sfumature, di gettare luce nella penombra di anfratti della coscienza. “
Wrong” è magistrale a riguardo.
Notevoli le due strumentali, “
Catarctic Cartoons” e “
Trentasette”.
Sono pochi i dischi in circolazione capaci di regalare un flusso così intenso di emozioni e vibrazioni, e altrettanto pochi sono quelli che riescono a mettere l’ascoltatore di fronte a se stesso, a farlo specchiare nei propri stessi pensieri. Un disco da avere e da consumare.
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