Considero i norvegesi
She Said Destroy tra le realtà più interessanti del panorama metal odierno. Il loro debutto “
Time Like Vines” già mi aveva entusiasmato e altrettanto fece il successivo “
This City Speaks in Tongues”. Con la loro mistura di
techno death, sfuriate black, doom e prog, tutto suonato con un approccio
post-rock, hanno dimostrato in maniera più che convincente le loro capacità creative e tecniche, portando qualcosa di realmente convincente e nuovo nel mercato discografico.
“
Bleeding Fiction” è il nuovo lavoro dei norvegesi (disponibile, almeno per ora, solo per il download), che rimescolano completamente le carte in tavola e ci presentano un sound rinnovato, in parte distante dai precedenti lavori, ma comunque sempre riconoscibilissimo. Composto da una sola, lunga traccia, mette da parte il frangente più estremo, mostrando un lato decisamente più intimista e atmosferico, non meno ricercato di quanto ci abbiano abituato fin d’ora. Il titolo dell’ep descrive appieno quanto contenuto in questi 28 minuti, dove la componente
narrativa/cinematografica è intenzionale e seriamente palpabile. Una vera e propria suite o una colonna sonora se si preferisce, con i tutti i suoi movimenti e cambi di ambientazione, passaggi melodici e crescendo pregni di pathos.
Un incipit acustico posto ad introduzione del lavoro, passaggi più aggressivi rivolti più al post-rock e allo sludge che propriamente al death metal, portando alla mente alcune cose dei
Cult of Luna, si alternano a passaggi acustici e atmosferici più quieti che introducono esplosive aperture da pelle d’oca.
Un passaggio che sembra quasi obbligato per alcune band, la pubblicazione di un album (o, come in questo caso, di un ep) formato da un’unica lunga canzone. In questo caso, ve lo posso assicurare, risulta un esperimento riuscito appieno.
Consiglierei l’ascolto di questo disco in auto, di notte,in una strada buia, ad alto volume o in casa, sdraiati sul letto, sempre accompagnati dal buio. Può sembrare una cosa banale o eccessivamente sentimentale suggerire le modalità per l’ascolto di un disco, ma raramente come in questo caso avrete la sensazione di stare assistendo alla proiezione di un film, grazie alla grandezza di un’opera le cui note si fanno immagini rendendo onore alla musica come forma di
Arte Assoluta. Da possedere assolutamente.
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