Questa volta la ciambella è riuscita davvero col buco. I finlandesi Entwine hanno dato vita ad un platter praticamente perfetto, senza sbavature e con nulla fuori posto, dai pregiatissimi arrangiamenti alle accattivanti melodie fino alla mera produzione ed al pathos che ogni singola song possiede. Forse, per la prima volta in assoluto il Love Metal si traveste da Hard Rock, almeno per la grinta, per la passione e per il modo di interpretare la singola song, riuscendo a dare vita ad un ibrido di eccezionale caratura e spessore, come mai prima si era osato nel genere in questione. Le composizioni contenute in ‘Dieversity’ (a parte l’intro ‘2/4/943’) sono tutte potenzialmente singoli, tutte dotate di una propria identità, brillantezza ed una propria fiamma interiore, pronta a riscaldare i cuori ed allo stesso tempo ad infiammare la notte. L’aggressività di ‘Bitter Sweet’ o le scariche ad alto voltaggio di ‘Someone To Blame’, lasciano subito senza fiato, mettendo altrettanto lestamente le carte in tavola sul nuovo corso intrapreso da Mika e soci, lasciando basiti per la verve e la grinta sputata “straight in your face”. Certo, l’Amore, anche se velato dalle scariche delle sei corde, regna comunque sovrano, e la disperazione classica di Entwine torna prepotentemente alla ribalta su ‘Bleeding For The Cure’, song da cuore infranto ma caratterizzata dall’assenza della mielosità e della appicicosità che aveva caratterizzato il precedente ‘Time Of Despair’. ‘Still Remains’ ripropone ancora il nerbo, finendo per essere una delle canzoni più urlate dell’intero platter, prima di arrivare alla magnetica ‘Frozen By The Sun’, ove un tappeto sinfonico ed un piano disegnano una suadente melodia romantica che accompagna un mood drammatico e disperato che raggiunge il climax nel chorus ultra catchy. ‘Six Feet Down Below’ rappresenta forse la song più easy del dischetto, ma la perfezione che rappresenta è davvero esemplare, dal grandissimo chorus (che già ti si stampa in testa la primo ascolto) all’utilizzo di soluzioni stilistiche vicine all’ Hard Rock ’80 (provate ad immaginare i Bon Jovi degli albori suonare un brano Love Metal), ‘Refill My Soul’ fa ritornare le lancette del tempo agli Entwine di un paio di album fa (vedi ‘Cold’), ma il quid in più è rappresentato da un solo dall’attitudine veramente rockin’. La ballad romantica ‘Everything For You’ ritorna a placare gli animi, e mentre ‘Nothings Forever’ prepara con il suo mood classicamente finlandese il finale del dischetto, lasciato poi al groove di ‘Lost Within’ (ed ancora il chorus trascina, trascina e trascina…), una sensazione comincia a serpeggiarmi nella mente. Forse la barriera che fino ad ora ha trattenuto il Love Metal prigioniero di se stesso, dei suoi cliché e delle sua immobilità, è rotta, dilaniata da una band che ha osato e da un dischetto puro, onesto, elettrico, frizzante, ma soprattutto grintoso e fiero. Ora penso che bastino due semplici parole per descrivere il tutto: Finnish Rock. Dannatamente, maledettamente Finnish Rock.
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