Copertina 7

Info

Anno di uscita:2004
Durata:53 min.
Etichetta:Karmageddon Media
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. MICHAEL COLLINS
  2. PAGAN
  3. THE GAEL
  4. ARD RI NA HEIREANN
  5. THE MARCH TO CLUAIN HEIREANN
  6. VIKING SLAYER
  7. 1015 A.D.
  8. SOME SAY THE DEVIL IS DEAD
  9. SUMMONING OF THE SIDHE
  10. A THOUSAND YEARS
  11. LAMENT FOR THE WILD GEESE
  12. ERINSONG
  13. THE FALL OF GONDOLIN

Line up

  • Karen Gilligan: vocals, percussions
  • Keith Fay: vocals, guitars, keys, etc
  • John Clohessy: bass
  • Joe Farrell: drums

Voto medio utenti

Un passato tormentato, fatto di alti e bassi ha caratterizzato finora questa folk-metal band. Da quando è stata dichiarata la release date di "Pagan" mi sono subito chiesto se questa sarebbe stata la volta buona e se la band irlandese potesse finalmente rilassarsi e godersi il successo tanto agognato. Sicuramente il grande salto di qualità non è ancora avvenuto in quanto a songwriting ma soprattutto in quanto a produzione. I suoni sono infatti molto impastati e grezzi...sicuramente molto acustici (vedi la batteria) ma anche privi d'impatto. Devo dire però, che le canzoni sono nella maggior parte dei casi convincenti e coinvolgenti seppur in questo album coesistano diverse tipologie di song...una netta differenzazione che crea delle piccole "fazioni" in "Pagan": ci sono le ballate celtiche strumentali (la sognante Erinsong, la stupenda - peccato che sia solamente un pezzo strumentale - 1014 A.D. e la solenne The March to Cluain Tairbh), ci sono poi i pezzi folk/rock in stile "Ride On" (la bellissima opener Michael Collins e la più pesante Ard Ri Na Heireann), le song che toccano il metal estremo - richiamando poi il proprio passato - come l'ottima Pagan, la veloce Viking Slayer o la ri-proposizione della bella The Fall of Gondolin - già presente in Tuatha Na Gael, primo album della band - per concludere con i pezzi tipicamente celtici e folk metal (Summoning of the Sidhe, Lament for the Wild Geese o The Gael). Episodio a parte, Some Say the Devil is Dead, tributo alle classiche songs da pub irlandese del dopo guerra! In ogni caso, "fazioni" a parte, lo stile dei Cruachan è inconfindibile e seppure ci siano diverse tipologie di song, una certa continuità è sempre presente e tutto questo fa in modo che il disco risulti molto interessante e facile da ascoltare. Non c'è molto da dire sulle prestazioni dei singoli membri che fanno il loro lavoro sufficientemente ma che non entusiasmano (cantanti in primis). Che dire insomma...se non conoscete il gruppo irlandese e state cercando un disco che sappia legare il folk irlandese (con tanto di violini, irish pipes e cornamuse) al metal, date un ascolto a "Pagan" perchè di materiale valido ce n'è moltissimo - peccato ancora una volta per la produzione e per una realizzazione quasi aprossimativa. Se li conoscete già, sappiate che questo disco è un piccolo passo in avanti rispetto al passato ma che non cambia di una virgola i connotati del sound dei Cruachan...quindi a voi la scelta di acquistarlo o meno!
Recensione a cura di Davide 'Damnagoras' Moras

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