Sempre da
Metal.it 1.0 ecco la recensione dell'esordio degli
At Vance, che dopo "
No Escape" hanno dato alle stampe altri otto album, l'ultimo dei quali, "Facing Your Enemy", risale ormai al 2012. In attesa di vedere le loro prossime mosse, buttiamo un'occhiata dove avevano iniziato...
[ ... Più vicini ai Rising Force dello stesso Yngwie Malmsteen, ecco arrivare per la
Shark Record gli
At Vance.
I soliti svedesi?, troppo facile. Finlandesi, no!. Saranno italiani? neppure!. Infatti gli
At Vance sono una band tedesca che si tiene a distanza tanto dal Power Metal teutonico quanto dal classico Hard Rock stile Bonfire o Victory.
Già l'iniziale "
Flying High" fa gridare al plagio, prima nell'apertura spiccatamente neoclassica e poi anche nelle linee vocali, tipiche del repertorio di Malmsteen. Sorvolando su questo "piccolo difettuccio" il brano in se non è male, e la band si propone in una prestazione più che valida sul piano tecnico, ben supportata da una produzione adeguata, a dimostrazione di quanto la
Shark abbia fiducia nel quintetto tedesco. Fiducia testimoniata anche dall'immagine di copertina messa a disposizione di "
No Escape", realizzata dal ben noto Eric Philippe, una cover senza dragoni e guerrieri, semplice ma efficace. Se il cantante
Oliver Hardmann si fa notare per una timbrica affine a quella di Jeff Scott Soto, su tutti si erge il chitarrista
Olaf Lenk, il quale per tutto l'arco dell'album fa sfoggio dei propri mezzi, ma che si segnala anche come principale compositore. Infatti, solo tre brani non sono frutto del suo songwriting. Uno dei tre pezzi è "
All for One, One for All" scritta da Hardmann (anche seconda chitarra), un brano semplice e lineare, ma che non sposta di una virgola l'iter musicale degli
At Vance. Altro pezzo è "
Money Money", cover ben riuscita del brano portato al successo dagli Abba, ed infine resta la ben più famosa "
Summer" tratta dalle "Quattro Stagioni" di Antonio Vivaldi, ripresa in maniera veramente potente, e che esalta la prestazione collettiva dell'intera line-up. Proprio per non rischiare l'originalità, non poteva assolutamente mancare il lento di turno "
Lost in Your Love" ben eseguito, ben interpretato, carino, ma...
Ed è questo ma... che penalizza il disco, certo una buona realizzazione, ma... temo troppo limitato ad una ristretta fascia di fans, quelli mai sazi di Malmsteen e ben disposti anche verso chi ne ricalca le mosse. A chi volesse testare il CD, consiglierei l'ascolto di "
Power & Glory" sicuramente il brano più immediato e diretto tra quelli contenuti su questo debutto.
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