Dopo aver festeggiato i 20 anni di carriera con l'estemporaneo EP
"History Repeats" (
qui la recensione sul nostro sito), i
Dying Fetus tornano in carreggiata con un nuovo full length dal titolo
"Reign Supreme", dalla copertina quanto mai tamarra. Le dichiarazioni del mastermind
John Gallagher che hanno preceduto l'uscita del disco parlavano in maniera piuttosto chiara di un ritorno alle origini per la band originaria del Maryland, intenzionata a ripescare il groove e l'immediatezza di capitoli di assoluto spessore quali "Killing On Adrenaline" e "Destroy The Opposition", e non nascondo che dopo la delusione di "Descend Into Depravity" (un disco all'insegna del
"vorrei ma non posso", dove i Dying Fetus hanno tentato di dare un taglio più tecnico alla propria musica ottenendo pessimi risultati) la notizia mi aveva fatto grande piacere. Dopo reiterati ascolti, possiamo affermare che "Reign Supreme" ha mantenuto la promessa, riducendo all'osso le canzoni e asciugandole al massimo di tutti quegli orpelli fini a se stessi che avevamo trovato sulla precedente prova in studio dei Fetus: l'impressione che si ha sin da principio è che la band sia tornata a calcare territori tipici del suo DNA, puntando come sempre su un groove assassino e su un mix di death metal e grindcore di sicuro impatto. Questo fa sì che "Reign Supreme" scorra senza troppi intoppi, anche se ad onor del vero va specificato come siamo di fronte sì ad un buon disco, ma ben lontano dai fasti del passato: il disco da il meglio di sè con "Invert The Idols", "Subjected To A Beating" (probabilmente uno dei pezzi migliori dei Dying Fetus degli ultimi anni, rovinato solamente da un finale dove il gruppo non ha resistito alla tentazione di inserire degli sweep assolutamente inutili e di cattivo gusto), "From Womb To Waste", "In The Trenches" e "Dissidence" (altro brano killer), anche se a tratti è abbastanza evidente la volontà da parte del gruppo di ricorrere a soluzioni già collaudate e ampiamente sviscerata all'interno della sua discografia.
Per quanto non sia possibile sapere quanto questo ritorno al passato sia genuino o dettato da esigenze "di mercato", non possiamo fare altro che scapocciare e godere sulle note di
"Reign Supreme" e aspettare che la band sia di nuovo in tour dalle nostre parti per godere appieno della loro forza distruttiva on stage.
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