Solitamente operazioni come best of, compilation varie, live album e album di tributo non destano il mio interesse per tutta una serie di ragioni che non starò qui ad elencarvi al fine di non tediarvi.
All'assioma di cui sopra però c'è una eccezione ed è collegata al nome degli
Emperor, uno dei gruppi che più ho amato nel corso della mia lunga
militanza metallica e che più ha segnato la mia vita.
L'uscita del tributo dedicato all'imperatore norvegese,
”In Honour of Icon E", è, dunque, un evento che aspettavo con curiosità, non fosse altro per risentire una manciata di brani che hanno fatto la storia della musica estrema dell'ultimo ventennio influenzando enormemente il black metal, soprattutto, nella sua dimensione più sinfonica e magniloquente.
Chiunque non conosca la musica degli
Emperor farebbe bene a recuperare i loro album piuttosto che partire con un tributo, tutti coloro i quali hanno amato la band di
Samoth e
Ihsahn troveranno , invece, questo lavoro molto interessante anche perchè si tratta di un tributo ben fatto che ripercorre tutta la carriera del gruppo pescando brani dal loro demo
"Wrath of the Tyrant" fino all'ultimo
"Prometheus" e dando, per tanto, una visione di insieme della produzione dei nostri.
Come sempre accade in operazioni come questa, è interessante notare come ci siano interpretazioni personali dei pezzi ed altre che invece ricalcano, più o meno fedelmente, l'originale sebbene, bisogna sottolinearlo, tutti i gruppi impegnati diano sempre un tocco particolare alla loro esecuzione.
Per quanto mi riguarda ho trovato particolarmente significative le rivisitazioni “originali” come quelle fornite, ad esempio, da
Infer e
Demonical che rifanno in chiave death due brani come
"Ye Entrancempirium" e
"Night of the Graveless Souls" rendendole distruttive e molto dirette, ma ho anche apprezzato l'interpretazione che i
Mind Odissey hanno dato della splendida
"Cosmic Keys to my Creations and Times" fedele all’originale ma molto in linea con il feeling cosmico della band australiana.
Nel tributo sono coinvolti grossi nomi dell'estremo come i
Taake che rifanno in maniera grezza e primordiale
"I'm the Black Wizards", a mio avviso
il riff black metal,
Setherial che rifanno
"Inno a Satana", senza aggiungere o togliere niente al brano che, ovviamente, chiude il tributo e
Horna i quali, secondo il loro stile selvaggio, interpretano la title track del demo di esordio dei norvegesi rendendola oscura e velenosa.
In generale, ripeto, tutti i gruppi si fanno autori di buone interpretazioni ed
”In Honour of Icon E" risulta essere anche un buon modo per scoprire band come
Silva Nigra e
Ancestral volkhves, questi ultimi rifanno
"With Strenght I Burn" in slovacco (!), che hanno notevoli frecce al proprio arco, oppure per ascoltare i nostrani
Necrodeath alle prese con la cover di
“Lord of the Storms” rifatta in ottica black/thrash come da stile del gruppo.
Certo, i brani originali rimangono, giustamente e per tutta una serie di motivi, inimitabili, ma sentire di nuovo queste composizioni in cui viene sublimato il concetto di caos controllato risulta essere un piacere per le orecchie e, lasciatemelo dire, per il cuore.
Chiudo questa mia disamina senza assegnare un voto all'album dal momento che non credo avrebbe senso farlo.
Lunga vita all'icona E.