Dopo le buone impressioni lasciate in occasione del loro precedente lavoro, il demo
"Upgraded", gli
Ignition Code giungono all'abum d'esordio, "NewTek Lie, per la To React Records, mantenendo intatte tutte le proprie peculiarità.
Un assalto musicale affilato, frenetico ma allo stesso tempo in grado di produrre un buon groove e con alcuni spunti vagamente
melodici ("M.S.P.", "MicroKid"…) grazie al quale gli Ignition Code sono in grado di svariare senza alcun complesso tra le influenze, comunque ancora evidenti, di gruppi come In Flames, Fear Factory, Textures o Soilwork.
Tutte e tre le canzoni che facevano parte di "Upgraded" giustamente vengono, potendo così fruttare il processo di mastering tenutosi presso i Cutting Room Studios in Svezia, riproposte in questa occasione andando a completare la scaletta di un lavoro che pur nelle sue mille sfaccettature mostra una compattezza ed un'unione d'intenti invidiabile, prendendo il via dall'assalto frontale di una "NewTek Lie" e delle sue brusche accelerazioni, ed andando a chiudersi sulle note di una "The Silent Judge" che di
silente ha solo il titolo.
Nel mezzo i momenti migliori potrebbero essere rappresentati dalle reminescenze
swedish di "Organic Program Failure", e dal passo grave di "Biological Prospect", e dalla già
sentita "Gamegear", con il cantante Alessandro Falà che conferma tanto un'invidiabile ferocia vocale quanto la propria versatilità, tuttavia, come già affermato, la cosa migliore resta guardare a questo esordio come un tutt'uno.
Da continuare a tenere d'occhio.
Well, it's a dirty job but someone's gotta do it
And it's a dirty review but someone's gotta write it ...
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