Quando capita di recensire lavori di questo tipo si corre il rischio di ripetere cose già dette moltissime volte, eppure è davvero impossibile farne a meno... I Secrets Of The Moon sono l'ennesima black metal band che tenta di rinverdire i fasti di un genere che ormai ha ben poco da offrire, tranne alcuni casi sporadici di gruppi che ancora oggi riescono a tirar fuori album notevoli e soprattutto non noiosi! Questi tedeschi ci avevano già provato qualche tempo fa con il cd "Stronghold of the inviolables" ed ora si ripresentano con questo "Carved in stigmata wounds", un disco veramente scontato e tedioso dove il terzetto cerca di unire qualche coro epico e maestoso al black di stampo più tradizionalista e ultraveloce, infarcendo il tutto con atmosfere malate e oscure. A questo si aggiungono vocals abbastanza mediocri, colpa anche del mixaggio che spesso e volentieri le ha penalizzate rispetto a tutto il resto. Sinceramente è abbastanza difficile riuscire a capire il senso di un lavoro del genere, anche perché la band sembra puntare molto sul tecnicismo fine a se stesso, visto che frequentemente il chitarrista ci propone improbabili assoli e che anche il batterista sembra volersi mettere in mostra con numeri e prodigi vari (che però stupiscono ben poco...). Il problema è che tutti gli sforzi compiuti non fanno altro che rendere questo album ancor più pesante e soporifero e a far passare del tutto la voglia di sentirlo! Credo che nel 2004 non ci sia più assolutamente bisogno di gruppi come i Secrets Of The Moon: queste band potevano essere tollerate sette/otto anni fa (e forse allora riuscivano anche a riscuotere un certo successo...), ma oggi come oggi presentarsi con un cd black metal pieno zeppo di clichés tipici del genere è un vero e proprio suicidio!! E il peggio non è solo che "Carved..." è un insieme di cose già sentite mille volte, ma piuttosto che ciò che si ascolta non è affatto materiale di buon livello, per cui il risultato finale non poteva che essere un disco inutile e da evitare accuratamente, specie da parte di coloro che negli anni novanta hanno fatto "il pieno" di questo tipo di sonorità.
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