Nile - At The Gate Of Sethu

Copertina 5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2012
Durata:48 min.
Etichetta:Nuclear Blast

Tracklist

  1. ENDURING THE ETERNAL MOLESTATION OF FLAME
  2. THE FIENDS WHO COME TO STEAL THE MAGICK OF THE DECEASED
  3. THE INEVITABLE DEGRADATION OF FLESH
  4. WHEN MY WRATH IS DONE
  5. SLAVES OF XUL
  6. THE GODS WHO LIGHT UP THE SKY AT THE GATE OF SETHU
  7. NATURAL LIBERATION OF FEAR THROUGH THE RITUAL DECEPTION OF DEATH
  8. ETHNO-MUSICOLOGICAL CANNIBALISMS
  9. TRIBUNAL OF THE DEAD
  10. SUPREME HUMANISM OF MEGALOMANIA
  11. THE CHAINING OF THE INIQUITOUS

Line up

  • Karl Sanders: vocals, guitars
  • Dallas Toler Wade: guitars, vocals
  • Todd Ellis: bass, vocals
  • George Kollias: drums

Voto medio utenti

Per chi scrive “Black Seeds Of Vengeance” è tra i primi 5 death metal album di tutti i tempi. Ciò che rendeva eccezionale quel disco era il mix di una serie di elementi che fusi insieme avevano un effetto devastante. Un disco di brutalissimo death metal, suonato con perizia tecnica invidiabile, dalla ferocia inarrestabile, sapientemente ammantato di oscure atmosfere egizie da pelle d’oca.
Ho fatto questa breve introduzione per introdurre subito, senza mezzi termini, un giudizio sul nuovo “At The Gate Of Sethu” che rappresenta, per me, una vera delusione.
Nell’ordine si può riscontrare una certa ridondanza delle strutture compositive, che scopiazzano dal passato ma senza averne intensità e cattiveria. Per dirne una, bisogna aspettare la terza canzone, “The Inevitable Degradation Of Flesh” per sentire qualche accelerazione devastante.
Il cantato di Dallas Toler-Wade, mai sentito prima in nessun disco dei Nile, è una pessima trovata, sia perché è proprio brutto, inespressivo e monocorde, sia perché così facendo sono ridotte al minimo le parti di growling catacombale proprie dei giorni più gloriosi della band.
Dulcis in fundo, a questo disco, nonostante gli sforzi di Karl Sanders, mancano le famose atmosfere di cui sopra, non bastando inserire gli strumenti tradizionali egizi per ricrearle, dovendo metterci feeling e passione.
Quando è così non basta avere una produzione pulita (forse troppo) perché, anzi, si rischia di ottenere l’effetto contrario. Voglio dire, se hai una produzione che esalta il songwriting, allora un disco potenzialmente devastante suonerà mastodontico, ma se le tue composizioni sono piatte, la produzione evidenzierà ogni singola pecca. Ed è ciò che succede a questo disco.
A nulla basta la perizia tecnica, la solita cui i Nile ci hanno abituato, con George Kollias che sa ancora far male con i suoi pedali.
D’altro canto non si può sottacere la presenza di alcuni episodi felici, come “When My Wrath Is Done” o la conclusiva “The Chaining Of The Inquitous”. Troppo poco, per qualunque band, figuriamoci per i Nile.
Al momento questo disco rappresenta per me la delusione di questo 2012.
Recensione a cura di Luigi 'Gino' Schettino

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 31 mag 2013 alle 07:37

Può sembrare esagerato,ma io gli ho dato 8. Contiene pezzi davvero validi,soprattutto nella prima parte(da convulsioni!). Se poi bisogna per forza fare i cosiddetti "paragoni" col passato beh.. ALLORA cambia il discorso, e vi do ragione. Perche' SI! è INFERIORE ai precedenti album della band in questione. *Comunque la traccia finale rimane un classico per me;)

Inserito il 07 nov 2012 alle 18:29

La prima volta che l'ho ascoltato, dimentico di chi fossero davvero i Nile, ho pensato che fosse un ottimo lavoro!!! Poi ho riascoltato "Annhilation of the Wicked" ma soprattutto "Those Whom the Gods Detest" e al confronto è parso evidente che... fa abbastanza schifo...

Inserito il 28 giu 2012 alle 10:35

Dare la sufficienza solo perchè sul dischetto c'è scritto Nile è contrario al mio modo di pensare, anzi proprio perchè c'è scritto Nile il giudizio deve essere più severo. Gli avrei dovuto dare 4, ma l'obiettività alla fine ha trionfato, questo è un disco semplicemente mediocre.

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