Ammetto che non conoscevo i
Livarkahil e che quindi ho ascoltato questo EP
"Wrath of God" senza avere idea di cosa i francesi avessero fatto nei due precedenti album,
"First Act of Violence" e
"Signs of Decay" usciti, rispettivamente, nel 2008 e 2011.
Non saprei dire se il gruppo si sia evoluto rispetto al suo recente passato, ma posso affermare che il loro
blackened death metal è di buona fattura e ci offre una ondata di sana violenza senza compromessi.
La proposta del gruppo transalpino si colloca in una ideale terra di mezzo tra
Behemoth ed
Immortal, avendo, tuttavia, un approccio più moderno rispetto alla scena death polacca ed un suono meno oscuro della scuola norvegese.
Il risultato di questo connubbio è un album abrasivo, freddo e violento all'interno del quale fa capolino, qui e la, uno spirito epico che ho trovato particolarmente efficace poichè molto adatto alla proposta del gruppo.
I brani sono strutturati più o meno in modo analogo e rendono omaggio, a livello di riffing, anche ai
Morbid Angel, come si può evincere dall'ottima
"Deny your God", e presentano un andamento caotico e nervoso che ne amplifica la forza distruttiva.
A completare il quadro ci pensano una voce cartavetrata che vomita tutta la sua rabbia sugli ascoltatori, una sezione ritmica costantemente in doppia cassa che non fa prigionieri ed una produzione precisa e quasi asettica.
Se, come me, amate questo genere di sonorità date un ascolto a questo lavoro e godete di una musica efficace e senza fronzoli.
Intanto vado a recuperare i lavori precedenti.
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