Copertina 6

Info

Anno di uscita:2012
Durata:12 min.
Etichetta:Atomic Stuff

Tracklist

  1. NASTY SKIN
  2. ROCK N' ROLL VEILS
  3. JACK N' ROLL

Line up

  • Steven Brixx: vocals
  • Holly: guitar
  • Jack: guitar
  • Jeff ‘The Hammer’ Lee: bass
  • Joe Wax: drums

Voto medio utenti

Lungo l’ideale direttrice Los Angeles – Nässjö – Verona, germinano i Seventh Veil, “giovane” virgulto di “belle speranze” nato nell’ambito del fertile, rutilante e vizioso terreno dello sleaze metal d’estrazione ottantiana.
La carica selvaggia e il potere seduttivo dei Motley Crue (il nome del gruppo è stato, tra l’altro, suggerito nientepopodimeno che da Mr. Nikki Sixx, mutuando il nome del famoso night club dove è stato registrato l’indimenticabile videoclip di “Girls girls girls”), la rudezza e la matrice punk n’roll dei migliori Backyard Babies e il temperamento di un gruppo italiano adeguatamente preparato e con la giusta “vocazione” alla materia, si ritrovano, infatti, in questo “Nasty skin”, un gustoso “assaggio” delle potenzialità dei nostri cinque bad boys scaligeri.
Assieme a tutte queste ammirevoli caratteristiche, nel 3-tracks Ep in questione è possibile altresì rilevare anche una certa fatale ingenuità compositiva a carattere apolide, nel senso che si tratta di un aspetto spesso presente nel lavoro degli emergenti, anche in quelli di notevole valore, indipendentemente dalle loro origini geografiche.
Pur nell’esiguità del materiale vagliabile al momento, i veneti dimostrano di avere parecchie “frecce” a disposizione, ma non ancora il dominio totale di quella “quisquilia” che renderebbe davvero “grandi” canzoni per ora solo gradevoli e un po’ effimere, trasformando anche la “prevedibilità” dei fondamenti stilistici tipici del genere in una faccenda comunque irrinunciabile.
Una dozzina di minuti di musica non offre presumibilmente il quadro completo della situazione, ma se posso permettermi un suggerimento, nell’ottica di un’auspicabile prova sulla lunga distanza, mi concentrerei proprio sull’espressività delle strutture melodiche, allo scopo di renderle ancora più variegate, persuasive e contagiose … un incoraggiante “work in progress”, in ogni caso.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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