I connazionali
Cromo si presentano come il classico gruppo hard’n’heavy, costituito da sezione ritmica precisa ed essenziale e due elementi “di punta” come il cantante Blade, dalle intonazioni molto acute, ed il chitarrista Clod, abile come “riff-maker” e forse ancor più ispirato come solista. Naturalmente parliamo di musicisti giovani, pur se già discretamente preparati. Ciò che ancora difetta, ed è normale, è la brillantezza e la maturità nel songwriting, che appare ancora un po’ scolastico.
Ad esempio, le prime due canzoni sono hard rock “metallizzati” alla Ac/Dc, Quite Riot, Rose Tattoo, ecc, canonici ma con poco impatto esplosivo, pur se utili a chiarire alcuni connotati dello stile: mid-tempo puliti ed ordinati, linee vocali melodicamente immediate, fino al decollo della lead guitar. Schema che più tradizionale non si può, ma che proprio per questo deve possedere un’irruenza, un’intensità deflagrante che qui per il momento è ancora assente.
Poi, però, i Cromo dimostrano di conoscere altri territori da esplorare, con il relativo potenziale latente. Le tastiere ottantiane alla Europe, che sostengono una “Tide of flood” sospesa tra epicità metal e retrogusto pop-melodico, risultano effettivamente una soluzione da prendere in considerazione, anche perché il brano contiene al suo interno uno sviluppo abbastanza variegato. La seguente “Shine my star” è una metal-ballad melodica, ma nuovamente l’effetto è piuttosto elementare, nonostante l’impegno del cantante per creare un’atmosfera passionale. Invece, la conclusiva “Wasted time” è una canzone che spariglia sorprendentemente le carte. I toni si fanno scuri, il groove mostra vibrazioni bluesy, il ritornello diventa anthemico e la sensazione finale è di maggior spessore e ruvidità, anche se il pezzo potrebbe essere sviluppato meglio e, nel contesto di questo esordio, appare diverso dal resto del materiale proposto.
Direi che siamo ancora in una fase interlocutoria, il quartetto ha dimostrato idee discrete ed ingenuità da debuttanti, quindi ha bisogno di crescere ancora. Il prossimo lavoro, ci dirà quanti e quali progressi si sono verificati.
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