L'improbabile incontro tra un monicker come
Monaci Del Surf e quel look alla Rey Mysterio adottato sulla copertina di questo digipack, avrebbe già potuto mettermi sul
chi va là, invece...
Invece, quando poi inizia la prima canzone dell'album, "Apache", mi rendo conto che sto ascoltando una versione più che alternativa del famoso successo degli Shadows.
Ma anche fermarmi un attimo a leggere la tracklist sarebbe dovuto essermi d'aiuto: titoli come "Lo Chiamavano Trinità", "The Addams Family" o "Sunny Secret Agent Man" erano dei segnali inequivocabili.
Infatti, tutte le canzoni, che siano quelle recuperate dalle colonne sonore, oltre a quelle già citate spicca il ragtime "The Entertainer" (dal film "La Stangata"), o le cover di brani di Pink, Johnny Rivers o dei Beatles, sono state sottoposte ad una rielaborazione che le ha trasformate in delle vivaci
Surf Rock Songs, (per quanto con tentazioni da parte del Garage & Punk Rock ), il più delle volte riproposte però solo a livello strumentale.
Dalla triste e laboriosa (ehm…) Torino all'assolata California la strada non è certo breve, ma i Monaci Del Surf riescono ad accorciare quello che sarebbe un lungo viaggio, e lo fanno in maniera easy e, tutto sommato, simpatica.
Un riuscito
six-one-nine... ma lontano anni luce dai quadrati sui quali pulsano cuori metallici, per quanto questi tre monaci mascherati e misteriosi cantino nella conclusiva "I Want You":
She's so heavy, She's so heavy, heavy... Well, it's a dirty job but someone's gotta do it
And it's a dirty review but someone's gotta write it ...
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