Se un gruppo si presenta ai blocchi di partenza dell'album con la solita intro trascurabilissima, per giunta chiamandola "Intermezzo", non posso fare altro che iniziare la recensione con una punta di pregiudizio... e dopo aver visto la copertina e letto i puerili titoli delle tracce sfido chiunque a definirlo immotivato. Se poi il gruppo in questione adora gareggiare in velocità con i Dark Funeral e rovistare nei cestini dei Dimmu Borgir alla ricerca dei riff scartati all'epoca di "Puritanical Euphoric Misanthropia", mi tocca a questo punto ammettere che a pensare male si fa peccato, ma molto spesso si indovina. Gli Asmodeus (da non confondere con il famoso presentatore televisivo di quiz) sguazzano nella mediocrità, godono ad infilare di fila una serie di melodie tutte uguali, per giunta eseguite a velocità elevate di modo che non si faccia in tempo a dissezionarle per assaporare l'estremo senso di deja-vu. In questa specie di maelstrom sonoro, in cui tutto si mescola e si confonde, faccio fatica ad estrarre un solo pezzo degno di nota, un solo motivo per cui dovrei consigliare invece che stroncare questo lavoro. Beh, alla lunga l'album strappa qualche applauso nei momenti meno pacchiani... e sopratutto il gruppo dimostra l'intelligenza necessaria nel costruire un songwriting variegato e ben strutturato a livello tecnico. Se evitate di far diventare "Phalanx Inferna" il vostro pane quotidiano, probabilmente un ascolto al mese risulterà meno pesante di quelli che ho dovuto sostenere io in sequenza prima di giudicare l'album. Valutate voi se per questo utilizzo valga la pena di comprarlo oppure di lasciarlo dove si trova...
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