A Healing Place è il terzo album del combo finlandese
The Chant, attivo ormai nella formazione attuale dal 1999.
Atmosfere rock dalla forte indole alternative capace di realizzare un ambiente sognante, riflessivo e a tratti psichedelico che evoca nell’ascoltatore una ricercata sensazione di quiete, minata solo in qualche rara battuta: titolo quanto mai azzeccato!
Pezzi di media durata, songwriting essenziale ma che ben si sposa con i caldi toni della voce che più che adagiarsi sulle note dell’album viene usata anch’essa come uno strumento ed entra a far parte del background musicale reso consistente da ogni elemento della formazione (sono ben sette!); un sound generale molto compatto che però presenta in parte delle ripetizioni ed è facile che vi parta il dito sulla skip, cosa che però vi consiglio di evitare.
Proprio per questo un brano come
“Distant Drums” riesce a spiccare trasportato dalle note di un pianoforte che gli conferisce una melodia più originale che emerge dal contesto; lievemente più movimentate le acque di
“Ocean Speaks” e più profonde invece quelle di
“The Black Corner”, brano più introspettivo dell’album.
Dopo l’esordio con
Ghostlines, dai tratti cupi e dalle sonorità quasi a metà tra rock e doom, hanno trovato la loro identità, o meglio l’hanno cambiata, lasciandosi ormai guidare da un atteggiamento meno oscuro ma ancora caratterizzato da quel tocco goticheggiante che tuttavia rimane ancora presente tra le note di questa composizione, così come era stato per il loro penultimo lavoro.
Un disco a conti fatti di buona fattura ma che rischia di perdersi tra le molteplici uscite del settore.
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