Andreas Hedlund, in arte
Vintersorg, è in un periodo di intensa attività e grande vena creativa: dopo aver rilasciato, pochi mesi fa,
"Urd" con i
Borknagar, torna sulle scene con il nuovissimo
"Orkan", nono disco del suo progetto principale ed intanto, per non farsi mancare niente, annuncia pure che presto rivedremo gli
Otyg, il suo personalissimo sfogo nel folk puro.
Cosa dire di questo nuovo lavoro?
Se i risultati sono questi, sarebbe il caso che il buon Andreas fosse sempre così impegnato!
"Orkan" è, infatti, un album molto bello e molto ricercato che riesce, a mio avviso egregiamente, ad unire le due anime del gruppo: quella "tradizionale", quella cioè legata al folk/black metal delle origini, e quella "sperimentale" che aveva portato il nostro ad esplorare nuovi territori musicali con i lavori venuti dopo i terremotanti inizi.
Vintersorg riparte dal precedente
"Jordpuls" perfezionandone la formula e fa quel passo indietro, quel ritorno alle origini, che molti avevano auspicato poichè delusi dalle evoluzioni più recenti del gruppo.
Intediamoci,
"Orkan" non è certo paragonabile ad album, leggendari, come
"Till Fjälls" o
"Ödemarkens Son", ma è innegabile che certe accelerazioni, come nella splendida
"Polarnatten", e molte atmosfere li ricordino fortemente, come è altrettanto innegabile che la vena folk sia diventata nuovamente caratteristica peculiare della musica dei nostri.
Ovviamente ampio spazio viene lasciato anche a partiture avant-guardistiche e progressive, questa volta al limite dell'elettronica, come ad esempio nella suadente
"Myren", pezzo da brividi, ma la vena più
ricercata, finalmente, si fonde perfettamente con l'irruenza delle parti veloci e con i ricami epico/folkloristici che abbeliscono tutti i pezzi.
Come al solito
Hedlund fornisce una prestazione vocale molto istrionica, spaziando dallo scream al growl ed usando, quasi esclusivamente negli onnipresenti cori, la sua inconfondibile voce pulita, marchiando a fuoco ogni singolo passaggio.
Rispetto al disco precedente è migliorato notevolmente l'uso delle tastiere che adesso tessono intrecci davvero coinvolgenti ed evocativi andando ad aumentare, esponenzialmente, l'impatto sinfonico della musica del disco, mentre le chitarre di
Hedlund e del fido
Marklund dipingono passaggi ora raffinati, ora aggressivi che si adagiano su una batteria elettronica perfetta perchè impossibile da distinguere da una acustica.
"Orkan", con le sue suggestioni, con il suo sapore variegato e le sue cangianti forme si candida certamente come una delle migliori release di
Vintersorg ed è un album imperdibile per chiunque ami un metal raffinato, epico, sognante e di grande respiro che va ascoltato con attenzione per assaporarne tutti i sapori.
Un ritorno di grande valore.