Mescolate il
garage dei
sixties con il
rock n’ blues n’ soul di Detroit, aggiungete il
punk e il
beat di Londra e stemperate con la
surf-music e il
flower-power made in California … poi coordinate il tutto attraverso il gusto, la sensibilità e la vocazione di un musicista nato e cresciuto a Johannesburg, che ha trovato nel
Belpaese non solo un posto adatto per trascorrere la sua esistenza ma anche i compagni adatti a condividere questa gustosa ricetta musicale.
Il risultato è apprezzabile in questo esordio omonimo dei
Manta Rays, un lavoro tanto “semplice” e familiare quanto godibile ed immediato, mi verrebbe da dire perfetto per la stagione estiva, per definizione il periodo più “disimpegnato” dell’anno.
Questo non significa che “Manta rays” sia né particolarmente superficiale e né banale, sia chiaro … la definizione succitata vuole solo indicare le caratteristiche di un disco che non farete fatica a “capire” fin dal primo contatto uditivo, apprezzandone immediatamente le melodie vischiose e la freschezza, sorprendendovi, subito dopo, di quanto i nostri riescano a tenere alta l’attenzione in terreni così frequentati e “rischiosi” anche dopo ascolti reiterati.
Stephen G. Trollip e i suoi pards Elio De Limone e Sebastiano Ziroldo riescono in un’impresa certamente difficile e se siete sostenitori di quel suono che va approssimativamente dai Clash ai Beach Boys, passando per The Seeds, Who, Stooges, Velvet Underground, Fuzztones e Byrds, direi che questo brillante dischetto non dovrebbe mancare tra le cose importanti da mettere in valigia, mentre già pregustate le meritate ferie, ovunque abbiate deciso di trascorrerle e qualunque siano le cose che amate fare per “staccare la spina” dalla quotidianità.
Vi piacciono i locali un po’ malfamati, tenebrosi e fumosi, in odore di atmosfera Tarantin
iana? “It makes me sick”, "You put a spell on me”, la
noir-ballad “A long deep breath” e “What you say” potrebbero essere una buona colonna sonora. Preferite le spiagge assolate e sognate delle onde maestose da “cavalcare”? “The sad surfer” saprà accompagnarvi con spigliatezza e (per onorare il suo titolo) un pizzico di nostalgia (per il grigiore metropolitano, forse?
Difficile da credere …). Preferite i tramonti infuocati del Mississippi? Fatevi avvolgere dalla struggente “The river song” e l’effetto sarà ancora più suggestivo.
Se poi cercate solamente delle belle canzoni per accompagnare adeguatamente il vostro viaggio ecco che “Easy action”, "It aint’ me” (qualcosa tra REM e Doors), l’irresistibile "(Was it worth) all the tears i cried”, con un po’ di Kinks e di Blur nell’impasto sonoro e la malinconica “A little time” (magari da utilizzare per il triste ritorno a casa …) rappresenteranno una scelta vincente.
La crisi e la congiuntura non vi permettono le vacanze o le avete dovute accorciare drasticamente e oggi sono già un ricordo? Consolatevi con “Manta rays”, un Cd “estivo” che vi troverete ad ascoltare con piacere in qualsiasi stagione dell’anno.
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