Industrial black metal senza capo né coda proveniente dalla Francia.
Potrei sintetizzare così, in maniera estrema, il quarto album dei Blacklodge, terzetto che nelle intenzioni vuole coniugare satanismo, black metal e alienazione computerizzata (di infimo ordine) ma che nella realtà è un minestrone caotico piuttosto fastidioso ed irritante come un nugolo di zanzare ferragostane.
Sarà che per coniugare industrial e metallo nero in maniera efficace è necessario avere una forte dose di genialità (stessa cosa col death metal si intende, vi dice nulla il debut dei Fear Factory?) per evitare di sfociare nella cacofonia fine a sé stessa, sarà che personalmente non amo il genere e che a parte alcune eccezioni (Genghis Tron, Iperyt, Plutonium giusto per citare i primi nomi che mi vengono in mente) trovo l’unione fra questi due tipi di musica parecchio forzata, a “MachinatioN” manca tutto – e sottolineo tutto – per far emergere nell’ascoltatore quel minimo di interesse che porta almeno alla conclusione dell’ascolto.
Quarantasei minuti che possono esser dedicati a qualsiasi altro prodotto musicale.
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