Snobbati in Europa, se non dagli addetti ai lavori, i
Loverboy erano invece un'istituzione nel Nord America. Infatti i canadesi potevano vantare almeno un disco di platino per ogni album pubblicato e l'entrata in classifica di tutti i propri singoli.
Merito anche della navigata esperienza di alcuni dei componenti a cominciare dal cantante
Mike Reno che prestò la voce ai classici
Moxy, di cui il primo album viene ricordato come uno dei migliori esempi di heavy zeppeliniano in quel lontano 1976, per poi via via edulcorare il proprio sound sino a
Under The Lights (1978), album in cui entra proprio
Mike Rynoski (vero nome di Mike Reno). Altri nomi eccellenti sono da ricercare nel chitarrista
Paul Dean e nel batterista
Matt Frenette entrambi ex
Streetheart.
Grazie a queste esperienze i Loverboy si presentano già collaudati nel 1980 con l'omonimo esordio, seguito un anno più tardi da
Get Lucky, per poi passare all'83 con
Keep It Up, gli album vedono anche il contributo di
Bruce Fairbairn alla consolle.
Quindi nel 1985
Lovin' Every Minute Of It dove, con il cambio di produttore a favore di
Tom Allom, il suono si fa più hardeggiante. Nel 1987 è la volta di questo
Wildside con il ritorno di Fairbairn in cabina di regia. Per il sottoscritto è il disco migliore dei Loverboy ed anche la critica dell'epoca spinge l'album, che però registra un cedimento sotto il profilo delle vendite, risollevato dal singolo
Notorious.
Ed è proprio Notorious ad aprire l'album, scritta in collaborazione con
Bon Jovi e
Richie Sambora, che saprà intrattenervi con il suo tocco pop-metal sapientemente amalgamato da chitarre e tastiere ed un coro giustamente e prevedibilmente molto sul versante Bon Jovi primo periodo.
Walkin' On Fire ha un'aria southern/blues però rivisitata di nuova verve secondo i canoni stilistici di moda nei folgoranti '80, a cui succede
Break It To Me Gently agile e popeggiante con una bella melodia, un aor che sarà poi ripreso dai validissimi
Just If I dove militerà lo stesso Mike Reno.
Love Will Rise Again possiede un ottimo riff, mitigato dalle tastiere ed un refrain coinvolgente che finirà per sedurre i fans dei
Foreigner coevi di
Inside Information.
Can't Get Much Better è un altro aor condotto con maestria, molto adatto a chi apprezza artisti come
Robert Tepper, mentre
Hometown Hero, che vede la firma anche di
Bryan Adams, è appunto un brano che profuma di
Reckless. La title track è una song efficace scolpita sul basso in piena evidenza ed inserimenti di fiati, con un coro ancora vicino a Bon Jovi, ma sarebbe meglio dire che è tutta farina del sacco dei Loverboy visto che non sono affatto dei replicanti.
Don't Let Go è la canzone scritta da Mike Reno apposta per esaltare le sue capacità vocali. Chiude
Read My Lips, ancora hard morboso e notturno griffato Loverboy.
Un album febbrile con refrain fantastici per musicisti superiori, immergetevi nel Wildside degli anni '80, come testimoniato anche dalla semplice quanto bella copertina.
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