Smaltite le celebrazioni per il ventennale di "Into The Grave" che hanno portato la band in giro per il mondo a riproporre per intero il loro disco d'esordio, è finalmente tempo per i
Grave di Ola Lindgren di tornare sul mercato con un nuovo album dal titolo
"Endless Procession Of Souls": sempre fedeli alla linea del death metal oltranzista e rigorosamente retrò, gli svedesi ci propongono un prodotto che si rivela ben più efficace rispetto allo scialbo "Burial Ground" che uscì nel 2010 pur non sconvolgendo affatto il trademark dei Grave. Il tutto ruota come sempre attorno al growl di Ola Lindgren, alle chitarre possenti e corpose della coppia Lindgren/Lagren e alla terremotante batteria di Bergerståhl, sicuramente non un virtuoso dello strumento ma certo uno che quando si tratta di spingere e dedicarsi alla nobile arte del
tupatupa non si fa certo pregare. Immancabili anche gli stacchi ed i rallentamenti che accompagnano fin dal lontano 1991 la musica dei Grave, ancora oggi efficacissimi e di grande impatto e territorio ideale per assoli lancinanti e vocals sgraziate. "Endless Procession Of Souls" non avrà mai l'importanza storica di capitoli come "Into The Grave", "You'll Never See" o "Soulless", ma può in ogni caso vantare buoni brani in tracklist, come "Among Marble And The Dead", "Disembodied Steps", "Passion Of The Weak" con il suo chorus efficacissimo e da headbanging spezzacollo, "Ecountering The Divine" o la lunghissima e conclusiva "Epos". Non so dire quanto l'ingresso in pianta stabile di Tobias Cristiansson nelle fila dei Grave abbia influito, ma "Endless Procession Of Souls" è decisamente un disco sopra le mie aspettative e contro ogni pronostico ci consegna una band in buono stato di salute. Se siete fan dei Grave e del death metal in generale l'acquisto del disco è da prendere in considerazione, così come è obbligatorio andare ad assistere a un concerto di Ola Lingren & co. se vi capitano a tiro: converrete con me che ne vale la pena.
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