Per dare l'addio al grande
Jorg Michael, alle prese con la più grande battaglia della sua vita, gli
Stratovarius danno alle stampe questo live che mi ha accompagnato quasi ogni giorno di questa bellissima estate: questo la dice lunga sulla qualità del doppio cd in questione (disponibile anche in DVD) che a dire la verità giustamente non ripercorre tutta la loro carriera ma solo quella in cui c'era il buon tedescone dietro le pelli, che poi equivale agli anni di maggior fame ed ai lavori che hanno consacrato la multinazionale nord-europea come band leader del movimento power metal vecchia scuola: un pensiero va anche al buon
Timone che praticamente è autore di tutti i pezzi in questione e che anche lui tanto bene non deve stare visti gli strascichi degli ultimi anni...
Lasciandoci alle spalle questi tristi discorsi e facendo un mega in bocca al lupo ad entrambi, c'è da dire che operazioni del genere oltre ad essere gradite perchè realizzate molto bene (bella scaletta, registrazione ottima, sensazione live ricreata a perfezione, qualche errore - più di QUALCHE... - giustamente lasciato che nessuno pretende mostri ma semplici musicisti) ci servono a ricordarci quanto band del genere siano stati importanti per il genere e per la nostra crescita, avendoci accompagnato per 20 lunghi anni ed anche di più, con dischi meravigliosi (
Dreamspace, Episode, Visions), bellissimi (
Destiny, Fourth Dimensions), bellini (
Infinite), bruttini (i due
Elements), pessimi (l'omonimo), senza considerare gli ultimi 2 del nuovo corso Kupiainen ed i primi due, un po' snobbati dai fans ma a mio avviso davvero meravigliosi, in particolar modo
Twilight Time.
Come dicevamo, la setlist è piuttosto equilibrata tra i cd con Jorg alla batteria, ed anche dei cd meno riusciti presenta i pezzi migliori, che in sede live acquistano non poco, tipo la bella "
I Walk to My Own Song" o "
Eagleheart": deprecabile invece, come sempre (che Dio stramaledica chi li vuole) gli assoli di basso, chitarra e tastiera che non fanno altro che rompere le balle e rubare tempo prezioso, al posto dei quali potevano essere inseriti dei brani dal sottovalutato
Destiny, tipo la title track,
S.O.S.,
Venus in the Morning od altro, ed invece siamo costretti allo skip ripetuto...
Da segnalare la cover dei
Deep Purple "
Burn" e dei
The Who "
Behind Blue Eyes", anch'esse sorvolabili e rubaspazio/tempo a brani colpevolmente ignorati e dimenticati. Pur con queste gravi mancanze (dove diamine è
Forever??? se ne va Jorg e non fate Forever???) questo
Under Flaming Winter Skies - Live in Tampere è una bella testimonianza di una band tanto controversa quanto amata, che oggi si è rimessa in pista grazie a nuovi innesti e che ci auguriamo di rivedere, come sta accadendo, in forma come un tempo.
E che Iddio ci preservi sempre Timo e Jorg.