Il fatto che nel 2012 siano ancora in giro bands come i
Sinister è un buon segno, vuol dire che il Death Metal gode di buona salute.
Giunti al decimo (10) album i
Sinister sono una vera e propria istituzione del metal estremo europeo e mondiale, e poco importa se della formazione storica è rimasto il solo
Aad Kloosterwaard, all’epoca batterista, adesso brutale vocalist.
Il nuovo “
The Carnage Ending” (forse per una band death metal sarebbe stato più appropriato un “The Neverending Carnage”) è un disco interlocutorio, che lascia un po’ di amaro in bocca.
È un disco con tanti difetti. Non mi piace la produzione, le mie orecchie (se ancora funzionano bene) mi dicono che c’è una bella differenza tra la registrazione delle chitarre, moderne e compresse, e la batteria, più scarna. Il risultato è comunque una registrazione, e una produzione, forse non in linea con i tempi.
Ad ogni modo, a parte questo aspetto, ciò che più mi perplime è che dopo un breve intro strumentale, con tanto di tastiere, “
Gates Of The Bloodshed”, la band comincia a picchiare, forsennatamente, e smette di farlo alla conclusiva “
Final Destroyer”, senza un momento di requie, eppure con tanti momenti di stanca. In questo maelstrom quasi stralunato, spesso ripetitivo, mi chiedo dove siano finiti il groove e i momenti più oscuri che hanno segnato gli episodi migliori della band, tipo “
Hate” e “
Cross The Styx”.
Certo, la title-track raggiunge vette di intensità davvero notevoli, ma alla lunga questo disco annoia e lascia davvero poche significative tracce di sé.
Il cambio di line-up non ha certo giovato ai
Sinister, le carenze compostive sono evidenti e spulciando tra le righe si scopre che questa stessa formazione ha pubblicato un disco nel 2011, “
Habeas Corpus”, a nome
Absurd Universe.
La versione qui recensita riguarda il digipak che contiene cinque bonus track costituite da altrettante cover di vecchie glorie metalliche, tra cui
Possessed e
Celtic Frost.
Non mi esprimo sulla bontà delle cover, che lasciano il tempo che trovano, però non posso non rimarcare che questo “
The Carnage Ending” è un disco poco vario, poco ispirato e assolutamente trascurabile. Per dirne una, i dischi con
Rachel alla voce, musicalmente erano molto meglio.