Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2012
Durata:40 min.
Etichetta:Napalm Records

Tracklist

  1. CHARACTERS
  2. WHAT WE'LL DIE TO DEFEND
  3. TRUE STORY (FEAT. DENNIS ANDERSSON FROM THE DRAKE EQUATION)
  4. DROP - DEAD
  5. ARRIVING WITH THE SUN
  6. BRACE YOURSELF (FEAT. BJORN STRID FROM SOILWORK)
  7. SMOKE AND MIRRORS
  8. BITCH PLEASE
  9. LEGENDS
  10. END OF RECOGNITION
  11. SMOKE AND MIRRORS (DIRTY & TWISTED REMIX)

Line up

  • avid Söhr: vocals
  • David Eriksen: guitars
  • Paul Gidlöf: guitars
  • Pontus Bergström Warren: bass
  • Edwin Jansson: drums

Voto medio utenti

I Korn cominciano a fare scuola (di nuovo). È stato questo il primo pensiero che mi è venuto in mente quando ho ascoltato il debutto dei Beyond All Recognition, band svedese che dichiara di suonare un ibrido tra metal e dubstep, proprio come l’ultimo disco di John Davies e soci.
Non ho pregiudizi nei confronti della modernità e della contaminazione, anzi, ben vengano, ma alcuni appunti da fare a questi svedesotti ce li ho.
Partendo dal sound, un ibrido tra metalcore, a tinte swedish, e il dubstep, dove ciò che emerge è una preponderate sezione ritmica, dinamica e vitaminizzata al punto giusto. Però se non ricordo male lo stesso risultato lo raggiungevano i conterranei Clawfinger, giusto qualche lustro fa, senza contare che l’architettura ritmica e il suono delle chitarre ha dei rimandi ai Meshuggah, ai quali però è bastato farsi costruire chitarre a 8 corde, senza chiamare, dall’esterno, un tizio (tale Fredrik “Alexius” Eklund) che con i suoi marchingegni ha letteralmente dopato il suono della band.
Non che io voglia disquisire se sia utile tale tipo di contaminazione (se è già possibile ottenere quel sound con gli strumenti ordinari e un po’ di fantasia compositiva), però ciò che conta è il risultato.
Il risultato è buono, il cosiddetto dubcore ha appeal, anche se avrei preferito maggiori variazioni vocali, più orientate verso i toni bassi.
Per il resto questo “Drop=Dead” è un disco ben suonato e ben prodotto, con momenti di pura adrenalina, come “Arriving The Sun”.
L’esperimento sembra riuscito, anche se, ripeto, non è così innovativo come sembra, almeno a livello di sound. Se i Meshuggah aggiungessero qualche loop alla loro proposta otterrebbero il medesimo risultato.
Ultime note per la conclusiva “End Of Recognition”, prima del remix di “Smoke And Mirrors”. Una canzone completamente dubstep della quale si fatica a capire il senso…forse è il debito che i Beyond All Recognition pagano al tizio di cui sopra.
Recensione a cura di Luigi 'Gino' Schettino

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