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Serpentine Path sono formazione di recente costituzione, nata dalla collaborazione di alcuni membri dei disciolti Unearthly Trance con il britannico Tin Bagshaw, già negli Electric Wizard ed ora in forza ai Ramesses. Visto il passato musicale dei protagonisti, non è difficile preconizzare che anche questo sia un progetto entro i confini del doom/sludge metal.
Infatti, è proprio così. Si tratta di lavoro dalla pesantezza monolitica e di lentezza sfibrante, con i brani che vanno a formare una sofferta collana dall’innegabile effetto “trance”. Lo schema è sempre lo stesso: un riff profondo e circolare generato dalla chitarra di Bagshaw, l’incedere
lumachesco e la voce gutturale e monocromatica di Lipynsky. Il risultato è assolutamente ipnotico, sorta di narcosi dal tonnellaggio immenso circondata da un’atmosfera sinistra, lugubre, con echi death metal.
I Serpentine Path si possono comodamente inserire nell’area dai contorni sfocati che comprende cult-band semisconosciute come Grief, Fistula, Buzzov-en, i recenti Hooded Menace, insieme a nomi più noti quali Eyehategod, gli stessi Ramesses, fino ai Sunn 0))) e compagnia, che siano in attività o meno. Dunque un album difficile, certamente circoscritto agli amanti del genere, dove la monotonia diventa lo scopo stesso dell’opera a patto che riesca a creare quel sottile legame psichico che impedisce di interrompere l’ascolto prima della fine.
Resta comunque il fatto che l’idea è volutamente ed inesorabilmente elitaria, limitata ai cultori dei filoni più estremi e quindi d’importanza piuttosto marginale.
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