Ecco l’esordio discografico dei
The Heatlers, quartetto toscano fautore di uno sporco hard’n’roll motorhediano consolidato dall’esperienza come live-band. E se il tiro adrenalinico di questi brani trova la sua ideale collocazione sul palco, tra headbanging e stage diving, risulta comunque molto efficace anche nella versione cd.
Rispetto al demo recensito un paio d’anni fa, l’impressione è nettamente migliorata. Ad esempio artwork e presentazione sono di ottima qualità: una confezione più grande del normale, comprendente testi, foto ed il dischetto con il cinghiale militare emblema del gruppo stampato sopra. Buona la produzione, che riesce ad esaltare la collezione di riff sferzanti, ritmiche casiniste, assoli tirati e voce grintosa, alla base dell’intero lavoro.
Soprattutto gran parte dei pezzi si fa ricordare sia per l’attitudine “carnivora” ed aggressiva che per i ritornelli rozzi ed immediati, con quel pizzico di atmosfera da party rissaiolo che rinfresca idee non certo nuove ed originalissime. Personalmente segnalo le irresistibili “Pork oil addicktion” e Kebbabbed (prepare to be), l’inno di battaglia “Antivegan militia” e “Rock’n’roll butchers”, credibile out-take minore di Lemmy e soci, ma è comunque tutto l’album a scorrere via senza intoppi né eccessive pretese.
Infatti, i The Heatlers sono una di quelle formazioni che, seppur preparate e professionali, mantengono un atteggiamento distaccato e divertito, puntando sulla semplicità della proposta e su una bizzarra componente sarcastica. Le loro canzoni hanno come tema principale la lotta contro gli abusi alimentari e gastronomici, visti come conseguenza del degrado della civiltà occidentale. Così le liriche dell’album toccano momenti di grande cazzeggio ironico, partendo da un improbabile “serial griller” per arrivare al ciccione infartato che non riesce a chiamare aiuto perché ha le dita troppo grasse per utilizzare i tasti del telefonino, ed altro ancora.
Come è facile intuire, questo lavoro non lascerà un segno indelebile nella storia musicale, ma ha il pregio di farvi muovere a ritmo e di svagarvi dalle tristezze della vita.
Non è poco. E se vi capita, andate a vedere i pistoiesi in concerto, ne vale senz’altro la pena.
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?